Pozzo d'Adda, strangolata dal compagno: lacrime e rabbia per Charlotte

Dopo l'omicidio, l'uomo ha tentato di togliersi la vita: è fuori pericolo in ospedale a Bergamo

Il luogo dell'omicidio a Pozzo d'Adda

Il luogo dell'omicidio a Pozzo d'Adda

Pozzo d'Adda, 25 settembre 2019 -  «Povera ragazza, e poveri i suoi bambini». In pochi la conoscevano bene, era venuta da fuori. Ma il cordoglio di Pozzo è per Charlotte, «Sharly», la ragazza ivoriana bruna e con le treccine, strangolata l’altra notte dal suo compagno, un operaio di vent’anni più anziano. Lui, Carmelo Fiore, separato e con tre figli, dopo averla assassinata ha tentato di uccidersi. È fuori pericolo, all’ospedale di Bergamo, e ha già confessato il delitto agli inquirenti.

E in rete, con il cordoglio, parla anche la rabbia: «Peccato: uccidere riesce sempre, uccidersi quasi mai». Mancano molti dettagli sulla dinamica della tragedia che si è compiuta al 25 di via Taviani, in una delle ultime palazzine terminate in un quartiere dalla storia travagliata alla periferia di Pozzo Adda. Charlotte Akassi Yapi aveva affittato un alloggio non più di un anno e mezzo fa. Si era separata dal primo marito, italiano, cui sono affidati i due bambini piccoli nati dall’unione. Solo lei, del nucleo familiare, risulta infatti residente a Pozzo.

«La prima  cosa che ho fatto stamane - spiega il sindaco Roberto Botter - è stato accertarmi all’anagrafe se qualcuno dei coinvolti in questo dramma fosse seguito dai nostri servizi, così non è. Poi sono stato sul posto, con le forze dell’ordine. Sono colpito e affranto, anche se conoscevo la ragazza solo di vista. E registro quanto tutti ormai siamo tenuti a registrare: il femminicidio riguarda tutti, avviene anche sotto casa nostra. Non dobbiamo abituarci, per nessuna ragione, a questa cronaca triste». Charlotte se ne è andata nel silenzio. Nessuno, fra i vicini di casa o i residenti, avrebbe sentito urla, schiamazzi o lamenti provenire dall’appartamento dove la ragazza era rientrata con l’uomo. «Sono uscito presto - dice un vicino.- ma non ho sentito niente di strano. E niente avevamo sentito durante la notte». Quando Carmelo Fiore, intorno alle cinque del mattino, ha telefonato all’ex moglie, dicendole frasi confuse e annunciando l’intenzione di farla finita, lei ha dato immediatamente l’allarme. I militari hanno profuso sforzi immediati per rintracciare la chiamata, identificare il luogo, arrivarci nel più breve tempo possibile. La donna era già morta, sul pavimento della camera da letto. Lui in cucina, a terra, con il coltello piantato nel petto.

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