Pandemia e crisi: "Siamo una famiglia normale, ma senza soldi per mangiare"

Il racconto di Giuliana: "Vedevo il frigo sempre vuoto. E i miei figli dicevano: “Non c’è niente?“. Sono andata in un centro di nascosto"

Giuliana, una delle 53 voci raccolte nell’indagine effettuata da Action Aid nel Milanese

Giuliana, una delle 53 voci raccolte nell’indagine effettuata da Action Aid nel Milanese

Corsico, 20 ottobre 2021 - «Sono mamma di tre ragazze, siamo una famiglia normale, finchè si puo io e mio marito cerchiamo sempre di lavorare, io facevo le pulizie. Essere al limite vuol dire non avere i soldi per andare a fare la spesa. Però arrivare un giorno a dire ai miei figli che non c’è niente da mangiare, quello no". È la testimonianza di Giuliana, italiana, una delle 53 voci raccolte nel rapporto “La fame non raccontata“ lanciato da ActionAid in collaborazione con CSV Milano. Nell’anno della pandemia ha dovuto fare i conti con i soldi che non sempre c’erano, "non ero tranquilla, non dormivo alla notte". 

Giuliana ha bussato al centro gestito dall’associazione La Speranza di Corsico per chiedere un aiuto alimentare. "Non ho mai raccontato a nessuno che vado al centro, forse a qualche famigliare intimo, ma ad altri no, perché ho paura che non capiscano, non so perché". Donne e mamme che si occupano del cibo in famiglia e che si preoccupano quando le cose non vanno bene. "È capitato spesso in questo ultimo anno che sia io che mio marito rinunciassimo a mangiare qualcosa perché se non non bastava per tutti. Una cosa che mi chiedono ogni tanto i miei figli sono le lasagne. In questo momento non abbiamo più l’equilibrio di una famiglia sana, normale. La cosa che mi ha fatto scattare è stato vedere tutti i giorni il frigo vuoto e sentire i miei figli più grandi che mi dicevano: “Non c’è niente“. Ora devo devo riuscire a mandare il bambino al nido, altrimenti io non trovo lavoro. Nel pacco che mi danno i volontari del centro ci sono beni di prima necessità per tirare avanti, è un aiuto grandissimo". Da Corsico a Rozzano.

"Di pasta ne danno 4 o 5 pacchi, ma siamo in tanti. La faccio due volte e in una settimana o due è finita. Carne e verdura non ne danno", racconta una donna di origine straniera, utente della Bottega gestita dalla Fondazione Progetto Arca Onlus di Rozzano. Ad aggravare la situazione di molte famiglie è stata la pandemia. "Di punto in bianco il mio compagno non lavorava più e siamo precipitati proprio, un disastro. Anche per i bambini, prima si occupava di dare loro da mangiare la mensa a scuola e noi ci arrangiavamo, però poi essendo con i bambini a casa qualcosa bisognava dare loro da mangiare. Quindi, più soldi da spendere", racconta una donna italiana, madre di tre figli che in questi mesi ha chiesto aiuto all’Emporio della Solidarietà-La Rotonda, Baranzate.

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