
"Sono 3.5004mila le richieste che arrivano ogni giorno nelle due sedi dell’associazione, viale Toscana e viale Monza. Al sabato in media solo in zona Bocconi si recano 1.7001.800 persone". A dirlo il vicepresidente della onlus Pane Quotidiano, Luigi Rossi, 60 anni, nella vita è manager finanziario. L’associazione, laica e apolitica, nasce a Milano nel lontano 1898. "L’idea, semplice ma rivoluzionaria è che il pane non debba mai mancare a nessuno e pertanto la sua distribuzione gratuita non sia un atto di carità ma il gesto che realizza quest’idea. Da allora portiamo avanti questo impegno e abbiamo provveduto ad integrare all’interno della nostra distribuzione anche altri alimenti, come latte, yogurt, formaggi, salumi, pasta, riso, frutta, verdura e dolciumi con l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno alimentare di chi ha bisogno per l’intero arco della giornata", spiega.
Qual è l’utenza?
"Preciso che non profiliamo l’utenza: al Pane Quotidiano non serve una tessera per accedere ai servizi. In linea di massima possiamo dire che il 65% sono stranieri – di ogni etnia con prevalenza di nordafricani e persone dall’Est Europa – e 35% italiani. A dispetto di quello che si pensa il numero di clochard che si mette a fare la fila da noi è limitato. Un’altra evidenza che salta agli occhi è che i nostri connazionali sono aumentati rispetto agli anni passati e la cosa impressionante degli ultimi tempi è che non ci sono più solo anziani e persone vulnerabili ma anche famiglie che vengono qui coi bambini. Parliamo di uomini e donne che hanno fra 35 e 55 anni, quindi in piena età lavorativa, che dovrebbero non avere difficoltà".
Invece?
"Anche se lavorano e possono contare su un reddito, oltre che su una casa, non riescono più ad arrivare a fine mese a causa della perdita del potere d’acquisto eroso dall’inflazione e dai rincari delle bollette". A.L.