Maurizio
Cucchi
Scendo da via Pier Lombardo, passando davanti all’ottimo teatro Franco Parenti e arrivo in viale Montenero, che ogni volta mi sorprende e piace per l’estrema vivacità che sa offrire, per il variare, passo dopo passo, delle sue proposte. Dapprima sono incerto sulla direzione da prendere: a destra verso piazza Cinque Giornate o a sinistra verso Medaglie d’oro? Opto per la seconda soluzione, quasi del tutto casualmente. Osservo allora le vetrine, nelle quali si passa, alla mia sinistra, da una scuola di lingua inglese che si chiama Myes, mentre sul lato opposto vedo le belle insegne speciali di un centro per il benessere degli animali, la "Ca’ Zampa Clinica Veterinaria" . Mi attira poi molto di meno, invece, un vertiginoso palazzone alle spalle del supermercato Conad, mentre un tram che passa quasi mi invoglia a salire per un giro. Preferisco allora farmi un caffè ristoratore in un bar, prima di arrivare a ridosso, questa volta sulla mia destra, numeri dispari del corso, di quella che sembra una montagnetta o un piccolo giardino, di cui osservo la scalinata e le panchine, dove su una è seduta una ragazza con il suo cane. Perlustro brevemente il luogo, che sull’altro lato dà sul viale Emanuele Caldara. Gli abitanti della zona chiamano questa specie di micro parco i "bastioni", e certo non a caso, visto che lì c’erano i resti delle mura spagnole che furono demolite alla fine dell’Ottocento. Proseguo poi in viale Montenero e vedo da una parte e dell’altra grandi insegne di banche. Sono dunque arrivato sulla piazza Medaglie d’oro, proprio a Porta Romana e lì mi appare lo spettacolare monumento, ispirato agli archi trionfali romani dell’età imperiale e che risale al periodo tra la fine del XVI secolo e inizio del successivo. Era stato parte integrante, appunto, delle mura spagnole, di cui ci sono alcuni resti sulla destra. Qui mi immetto direttamente sul corso di Porta Romana, soddisfatto di essere transitato in breve tempo tra vivo presente e realtà storica.