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Policlinico e Fondazione Leonardo Del Vecchio insieme per creare il nuovo pronto soccorso

Un intervento da 8 milioni di euro, 6 dei quali stanziati dalla Fondazione Leonardo del Vecchio nell’ambito delle sue...

L’alleanza tra Policlinico e Fondazione Leonardo Del Vecchio darà a Milano un Pronto soccorso «a misura di paziente»

L’alleanza tra Policlinico e Fondazione Leonardo Del Vecchio darà a Milano un Pronto soccorso «a misura di paziente»

Un intervento da 8 milioni di euro, 6 dei quali stanziati dalla Fondazione Leonardo del Vecchio nell’ambito delle sue iniziative filantropiche a supporto della sanità pubblica. Con l’aggiudicazione del bando e l’avvio del cantiere nel primo trimestre del 2025, prende forma un progetto di ampliamento e riqualificazione del Pronto Soccorso del Policlinico di Milano. "Non vedo l’ora che la nuova struttura possa riversare tutto il suo valore in termini di servizi all’importante bacino di pazienti del milanese" ha commentato Nicoletta Zampillo Del Vecchio, presidente della Fondazione che porta il nome del fondatore del gruppo Luxottica.

Posti letto e spazi di osservazione e attesa differenziati in base a codici di priorità e riorganizzazione delle aree dedicate alle urgenze a media e bassa intensità, come richiesto dalla Regione e già realizzato in altri ospedali a partire dal Niguarda, e ottimizzazione dei percorsi di accesso e trattamento sono i capisaldi della rimodulazione degli ambienti, orientata al principio del “paziente al centro” di un percorso assistenziale appropriato e personalizzato, e all’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e migliorare l’esperienza complessiva.

"L’organizzazione cui stiamo lavorando prevede che a seconda del codice di priorità assegnato – spiega Giorgio Costantino, direttore del Pronto soccorso – il paziente sia osservato dal personale sanitario e sottoposto a esami preliminari ancora prima dell’ingresso in sala visita in un’ottica di razionalizzazione dei percorsi". Il nuovo modello di triage sarà orientato alla presa in carico immediata, con un forte investimento sui percorsi di fast track specialistico: i pazienti con patologie meno gravi e a carattere monospecialistico saranno indirizzati direttamente all’ambulatorio di riferimento. Lo stesso approccio sarà adottato per l’Osservazione breve intensiva (Obi) e per l’area dedicata ai pazienti che necessitano di ulteriori approfondimenti diagnostici: qui verranno creati ambienti protetti e differenziati. "L’infermiere di accoglienza (il caring nurse) avrà un ruolo centrale nel dare informazioni a pazienti e accompagnatori aiutandoli a ridurre eventuali tensioni, spesso dovute a periodi di attesa prolungati e all’impossibilità di ricevere aggiornamenti continui", precisa Costantino.