REDAZIONE MILANO

Pm onorari, il sit in Greco in udienza: "Solidale con noi"

Anche il procuratore di turno a causa dello sciopero "Io tetraplegico e magistrato a cottimo lotto per i diritti"

La lotta di Lorenzo Pernetti, giudice onorario (Got) costretto su una sedia a rotelle dall’età di 19 anni, è doppia: contro la condizione di "precari senza diritti" degli avvocati prestati alla magistratura per le udienze con al centro reati di più lieve entità e contro le barriere architettoniche negli uffici pubblci. È uno dei professionisti che - pur non potendo essere presente per le sue condizioni – hanno aderito alla manifestazione di ieri mattina davanti al Palazzo di giustizia di Milano. In una quarantina, con una rosa in mano a voler ricordare lo storico sciopero dei lavoratori dell’industria tessile del 1912 a Lawrence, negli Usa, hanno messo in scena un flash mob sullo scalone, davanti all’ingresso principale. Iniziativa per protestare contro condizioni lavorative segnate dall’assenza di un contratto stabile, di contributi previdenziali e del riconoscimento di ferie, malattia e maternità, in solidarietà con le colleghe di Palermo in sciopero della fame. Mobilitazione che ha preso la forma anche di una astensione dalle udienze che rischia di mandare in tilt la giustizia già rallentata dall’emergenza coronavirus. Nel calendario delle prossime udienze davanti al giudice monocratico, al posto dei vice procuratori onorari (Vpo) compaiono i nomi dei sostituti procuratori, che solitamente partecipano solo alle udienze preliminari o a quelle collegiali. E venerdì 11 dicembre è di turno anche il procuratore di Milano Francesco Greco. "A causa della sospensione farà udienza monocratica per dimostrare l’assoluta necessità del ruolo dei Vpo, è un gesto dimostrativo a nostro favore", spiega Roberto Falessi, dell’associazione AssoGot, uno dei promotori della manifestazione milanese appoggiata a distanza anche da Lorenzo Pernetti, 58 anni, che è anche fondatore dell’Associazione Consumatori Disabili.

La sua è una lotta anche contro le barriere architettoniche negli uffici pubblici. "Sono tetraplegico dall’età di 19 anni in seguito a un incidente stradale – racconta – e da allora poco è cambiato. Sono stati fatti passi avanti anche grazie alle associazioni ma lo Stato continua a essere assente e a non rispettare le sue stesse leggi, incapace di creare condizioni da Paese civile. Al Palazzo di giustizia di Milano va un po’ meglio mentre a Pavia, dove lavoro da 20 anni, sono costretto ogni giorno a farmi aiutare per salire sulla pedana con la sedia a rotelle e celebrare le udienze. Una parte degli uffici, poi, è totalmente inaccessibile". Pernetti quasi ogni giorno va in Tribunale, superando anche l’ostacolo della pandemia. Nel marzo scorso ha dovuto fare i conti con il contagio. "Per tre mesi sono stato a casa – prosegue – non avevo neanche la forza di muovermi dal letto e di mangiare. Per fortuna adesso sto bene, e continuo a combattere".

Andrea Gianni