Fase 2 a Milano, in piazza Lima la prima "casa avanzata"

La zona d’arresto ai semafori consente ai ciclisti di fermarsi a 3 metri dalle auto, per una maggior tutela

Le piste ciclabili di Corso Venezia e Baires stanno suscitando discussione

Le piste ciclabili di Corso Venezia e Baires stanno suscitando discussione

Milano, 29 maggio 2020 - «Oggi (ieri per chi legge ndr ) ci sono passato 4 volte, avrei voluto portare una torta simbolica per festeggiare". Marco Mazzei, presidente dell’associazione Milano bicycle coalition e tra i fondatori di "Massa marmocchi", il progetto per accompagnare i bimbi a scuola in bicicletta, ieri ha sperimentato la prima "Casa avanzata" realizzata in piazza Lima mentre sta prendendo forma la nuova pista ciclabile che collegherà piazza San Babila a Sesto San Giovanni: il tratto già pronto, oltre 2 chilometri (su 6 totali) "è utilizzato da più di 5mila ciclisti ogni giorno. Di notte andiamo avanti con i lavori", sottolinea su Facebook l’assessore alla Mobilità Marco Granelli. Ma cos’è la Casa avanzata? È uno spazio riservato alle biciclette, in corrispondenza di un incrocio, in posizione avanzata di circa 3 metri rispetto alla linea di arresto per le auto, con le sagome di bici dipinte sull’asfalto: così i ciclisti stanno davanti agli automobilisti in attesa che scatti il verde al semaforo. In questo modo sono in una posizione più visibile agli altri mezzi e, se devono svoltare, possono farlo per primi senza rischiare di non essere visti. L’obiettivo è avere più sicurezza ma, prima di tutto, bisognerà imparare a utilizzarla. "La maggior parte di ciclisti non sa cosa sia - evidenzia Mazzei -. Quando ho occupato con la bici quello spazio, una ciclista che si teneva a distanza ha notato il simbolo della bicicletta per terra e a quel punto si è spostata pure lei. Le auto l’hanno invasa un paio di volte ma non per incivilità: anche gli automobilisti ancora non la conoscono. Pubblicherò le ‘istruzioni per l’uso’ sui social, in modo da diffondere l’utilizzo corretto della Casa avanzata".

L’assessore Granelli specifica che "è una delle innovazioni del codice della strada introdotte dal Decreto 19 maggio 2020 del Governo. Una soluzione molto adottata in Europa, richiesta da tempo da associazioni e comuni, che in Italia non esisteva. Negli scorsi giorni l’ha realizzata anche Torino". Mercoledì sono stati pure modificati i tempi semaforici in piazza Oberdan: ora il “verde“ è distinto per chi proviene da corso Venezia, da viale Maino o da viale Piave. "La situazione è migliorata - dice Mazzei -. Ho notato solo una criticità: taxi che posteggiano sulla ciclabile, sia in Oberdan che in Lima. Anche in questo caso occorrerà modificare le abitudini". Nonostante le novità, il fronte dei contrari resta compatto. Ricordiamo che i commercianti di corso Buenos Aires hanno bocciato la nuova ciclabile: 104 no su 112 partecipanti (il 93%) al sondaggio appositamente organizzato da Ascobaires con il supporto di Confcommercio. La richiesta è di rivedere il progetto, con la proposta di spostare il percorso in vie alternative.  

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