BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Pioltello, bar tolto alla criminalità. Intitolato a Giuseppe Di Matteo

Il piccolo fu sciolto nell’acido dalla mafia, il locale ospiterà iniziative sociali. La sindaca: presidio di legalità

L’ntitolazione del bar confiscato alla criminalità organizzata intitolato alla memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo

L’ntitolazione del bar confiscato alla criminalità organizzata intitolato alla memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo

Il doposcuola e i corsi di lingua italiana per ragazzi nel nome di Giuseppe Di Matteo. Al piccolo sciolto nell’acido dalla mafia è dedicato il bar confiscato alla criminalità organizzata in piazza Garibaldi, ristrutturato dal Comune e messo a disposizione di due importanti realtà pioltellesi del sociale e ora intitolato alla giovane vittima di Cosa Nostra. Una cerimonia alla quale hanno voluto partecipare in tanti: dal preside Alessandro Fanfoni, alla guida dell’Istituto comprensivo "Iqbal Masih", alla vice Maria Rendani, al parroco don Alberto Galimberti. In prima fila, Libera Martesana con Antonio Brescianini, Rete antimafie Martesana, Avviso pubblico con il coordinatore per la Lombardia Fabio Bottero, assessore all’Edilizia pubblica del Comune di Milano.

La sindaca Ivonne Cosciotti ha ringraziato Paul Poiret e ai suoi "Garibaldini", Ilaria Ventura, direttrice di Aleimar, e Luca Dell’Aversana, responsabile dei Progetti Italia, perché dal loro incontro è "nata la possibilità di tornare ad avere un presidio di legalità e di educazione nel quartiere". Qui, un tempo c’era il caffè della malavita, una lavanderia di denaro sporco da riciclare. Ora, la sede è un grande open space di 130 metri, affidata per 10 anni ai due gruppi al lavoro nel rione. "Era tempo che queste vetrine tornassero a brillare - sottolinea il vicesindaco Saimon Gaiotto -. I volontari avranno Il tempo necessario per costruire un progetto dedicato a donne e bambini. Ci saranno anche focus su come migliorare la differenziata e sulle buone pratiche per la gestione dei condominio". Iniziative vicine alla quotidianità delle famiglie. Per scegliere a chi assegnare gli spazi, l’Amministrazione aveva lanciato un bando "Pioltello - ricorda il vicesindaco - è una delle cinque città lombarde che ha scelto di aprire una selezione e di analizzare i programmi di chi fa rivivere gli immobili tolti alla criminalità organizzata. Ha vinto la capacità di aprire le porte alla comunità. Qui, potranno venire tutti e non solo i seggianesi. Non volevamo che diventasse un punto di servizio per la comunità. È piuttosto una realtà aperta a tanti contenuti". Il vecchio negozio tolto ai mafiosi non è il solo spazio del Comune confiscato alle associazioni criminali "da queste parti abbiamo anche tre appartamenti. Uno, levato a un usuraio. Un milanese che l’aveva ottenuto taglieggiando".