
I rilievi in via Giulio Romano dopo l’omicidio di Pierantonio Secondi
Milano, 7 dicembre 2024 – La battaglia per accertare eventuali responsabilità dei due magistrati milanesi che non avrebbero preso quelle misure rafforzate anche dal Codice rosso per proteggere la vittima di atti persecutori, poi sfociati in un omicidio, si è scontrata con una barriera alzata a Roma sotto forma di una stringata comunicazione.
La Procura generale della Corte di Cassazione nega alla sorella della vittima informazioni sugli esiti di un procedimento originato da un esposto che il suo legale, l’avvocato Raffaella Marmo, trasmise a Roma ormai l’11 marzo 2022. Non è possibile sapere, per i familiari, se in tutto questo tempo trascorso sono stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti dei pm, se il caso è stato archiviato o se gli accertamenti sono ancora in essere.
“Un silenzio che i familiari di una vittima e più in generale la collettività – spiega il legale – non si merita”.
Il delitto
La vicenda riguarda l’omicidio avvenuto tre anni fa, il 6 dicembre 2021, dell’82enne milanese Pierantonio Secondi, tragico atto finale di una escalation di minacce e violenze.
Il romeno Dorel Grec, che non accettava la fine della relazione e da tempo lo perseguitava, usò una motosega per aprirsi un varco nella porta dell’appartamento del pensionato in via Giulio Romano per poi aggredirlo con un coltello, senza lasciargli scampo.
Il 39enne, che lavorava in una farmacia a Melegnano, sta scontando una condanna definitiva a 24 anni di carcere. Per i familiari di Secondi, però, non è un capitolo chiuso, perché con tenacia hanno deciso di portare avanti una battaglia, attraverso un esposto, per chiedere agli organi competenti accertamenti sull’operato dei pm di Milano.
Allarmi inascoltati
Risale al 21 luglio 2021, infatti, la prima richiesta di ammonimento presentata da Secondi all’Ufficio Stalking della Questura, esprimendo il timore “per la propria incolumità”. Da allora una escalation che non si è fermata neanche dopo la misura del divieto di avvicinamento violata più volte da Grec. Le ripetute richieste avanzate dalle forze dell’ordine e dall’avvocato Marmo per ottenere dalla Procura provvedimenti più restrittivi sono state solo parzialmente accolte.
L’esposto trasmesso a Roma dal legale l’11 marzo 2022, in particolare, si focalizza su due circostanze. Il 26 agosto 2021, Secondi subì una “gravissima” aggressione da parte di Grec, ma il pm “decise di non applicare alcuna misura motivando per iscritto erroneamente che difettava la querela della persona offesa”. Poi, nelle drammatiche settimane che precedettero l’omicidio, c’è la “sottovalutazione” di una “situazione che stava precipitando”, e richiedeva l’applicazione di misure in grado di proteggere il pensionato.
Allarmi ignorati, fino al raid nel condominio con la motosega, l’irruzione nell’appartamento e l’omicidio.
Niente risposte
L’unico segnale arrivato da Roma, dopo ripetute sollecitazioni da parte del legale, è un “no” alla richiesta di informazioni. La sola “notizia ostensibile”, si legge nella risposta inviata dalla Procura generale della Corte di Cassazione, è che “il procedimento è stato definito”, senza aggiungere altro.
Poi, citando “principi consolidati in quanto confermati da copiosa giurisprudenza” e una serie di sentenze del Consiglio di Stato, precisa che “non è possibile fornire ulteriori notizie ed accedere alla richiesta di accesso” agli atti. A chi ha presentato l’esposto che ha dato origine al procedimento, in sostanza, non viene concesso di conoscerne gli esiti.
Non può sapere se le problematiche sollevate - che riguardano il comportamento di magistrati, la loro professionalità ed eventuali inadempienze - abbiano trovato o no accoglimento.
"Mancanza di trasparenza”
“Credo che i familiari abbiano diritto di sapere se vi siano state delle responsabilità dell’autorità giudiziaria – prosegue l’avvocato Marmo – considerato che l’omicidio è avvenuto ormai il 6 dicembre 2021, tre anni fa. Si tratta di una chiusura totale e anche di una mancanza di trasparenza”.
Persone che, dopo aver subito un lutto e un trauma, si scontrano con una giustizia kafkiana. Ma c’è anche un’altra beffa, che le accomuna a tante altre vittime: Grec è stato condannato dai giudici a versare alle parti civili, i due fratelli e la sorella di Pierantonio Secondi, un risarcimento complessivo di 600mila euro. Soldi che il romeno non ha mai pagato, perché non dispone di quella cifra, e probabilmente non verserà mai.
Il Tfr di Grec, circa tremila euro, è stato sottoposto a un sequestro conservativo, ed è ancora in corso un procedimento per recuperare almeno quella piccola somma. È impossibile, inoltre, accedere agli indennizzi che lo Stato eroga ai parenti delle vittime di reati violenti, perché i fratelli non convivevano con l’82enne ucciso tre anni fa poco lontano da Porta Romana.