Piano casa Servono misure per i più poveri

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Ermanno

Ronda*

Il nuovo Piano casa del Comune toglie 2.300 alloggi popolari del proprio patrimonio, in origine destinati ai cittadini in emergenza abitativa con lavori precari o poco remunerati, per assegnarli a lavoratori con reddito più elevato e lavoro garantito che hanno i soldi per

ristrutturarli. È corretto ed eticamente accettabile che un ente pubblico determini una simile discriminazione verso i più poveri? È risaputo cha a Milano ci sia da anni una grave emergenza abitativa, aggravata da decine di sfratti per morosità eseguiti ogni giorno. Stiamo parlando di famiglie a basso reddito con bambini, invalidi o persone anziane, che non riescono a pagare gli affitti

stratosferici delle locazioni private e che vengono gettate sulla strada senza che il Comune e le altre istituzioni provvedano a dare loro una soluzione abitativa alternativa e dignitosa. Anche l’assessore alla Casa Maran e la Giunta comunale riconoscono che a Milano gli affitti sono inaccessibili per i lavoratori, i giovani e le famiglie monoreddito, ma non fanno

nulla per impedire che gli operatori immobiliari e finanziari la facciano da padroni sui prezzi.

A fronte dei 700 alloggi pubblici assegnati nel 2022 (pari al 3,93% delle richieste)

continuiamo a chiedere al Comune più case popolari per dare una risposta alloggiativa

efficace alle oltre 17.000 domande in attesa nelle graduatorie. Serve un nuovo Piano di recupero degli alloggi sfitti (oltre 5.000 del Comune e 11.000 di Aler), attraverso l’utilizzo e l’adeguamento degli oneri di urbanizzazione provenienti dalle

numerose concessioni edilizie date ai privati. È urgente che il Comune preveda interventi di nuova edificazione di Edilizia

sovvenzionata all’interno delle aree pubbliche di sua proprietà, invece di regalarle ai

privati, come recentemente ha fatto (Reiventing Cities).

Le nuove misure che l’assessore ha in mente sono, invece, rivolte a ricercare soluzioni abitative per utenti in grado di pagare canoni commisurati a consentire l’autosostenibilità del sistema.

*Segretario generale

Sicet Milano

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