Pessano con Bornago (Milano) - Due notti in una cella di San Vittore a 19 anni: ieri Davide Colombi ha pianto a dirotto mentre il gip Luca Milani lo interrogava. Lui, l’amico del cuore di Simone Stucchi, il 22enne vimercatese accoltellato durante uno scontro fra bande rivali a Pessano con Bornago, nel Milanese, la sera del 29 settembre, ha risposto a tutte le domande.
È stato arrestato insieme ad altri 23 giovanissimi dei due gruppi per quel regolamento di conti finito con un cadavere a terra. Lì, in una stanza del penitenziario milanese, accanto al pm Antonio Cristillo e al suo avvocato Cristina Biella, ha ripercorso quegli istanti terribili, offrendo una nuova lettura del movente. Il primo rapporto fra le due fazioni nasce per l’affare sulla droga - 150 grammi di "dry", una qualità particolare di hascisc - fra marzo e aprile del 2021. "Ottocento euro – ammette il ragazzo – pagati con soldi falsi. Ma quella era una storia finita già da mesi. Nella primavera dello scorso anno avevamo trovato una soluzione: ho restituito metà della fornitura, quello che mi era rimasto". L’accordo era fra lui e il minore dei due fratelli di origini nordafricane, 15 e 17 anni, oggi principali indiziati del delitto, epilogo della faida sfociata in rissa.
"A settembre, quando tutto era chiuso da tempo, hanno ricominciato a minacciarmi – prosegue –. Da un amico dei due sono arrivate pesanti avance alla mia fidanzata". Qui comincia l’escalation che porterà alla tragedia. "Io ho perso da poco mia madre e Simone – ha detto in lacrime al magistrato –. L’ho visto a terra, sanguinante, colpito più volte. Un profondo squarcio sul ventre. Ho provato a sostenerlo, ma non ce l’ho fatta. Mi sono sfilato il maglione e gliel’ho stretto attorno al corpo, per provare a fermare il sangue, poi sono andato a cercare gli altri, perché avevo perso il cellulare e dovevo chiamare i soccorsi". Un racconto riscontrato dai carabinieri di Pioltello: i tabulati confermano quattro telefonate al 118 in rapida successione, due dalle villette di via Monte Grappa, affacciate sul parco Giramondo teatro della tragedia, e due – in effetti – da amici della vittima. "
È stato un incontro importante – dice l’avvocato –, il mio assistito ha detto tutto quello che sapeva. Ho chiesto i domiciliari e la Procura si è associata. Davide Colombi martedì dovrebbe sostenere la maturità; dopo l’interrogatorio anche il pm ha riconosciuto l’importanza di un percorso educativo di cui l’esame è un tassello essenziale". Simone nella mischia diventa il bersaglio casuale dei due fratelli minorenni. Sarebbe stato il maggiore, 17 anni, a immobilizzarlo con una stretta al collo e a conficcare la lama di 10 centimetri nel costato del giovane edicolante. Ma ieri, durante l’interrogatorio, l’allora 17enne ha dichiarato di non ricordare di averlo colpito.
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