REDAZIONE MILANO

Milano, vendeva permessi di soggiorno falsi: arrestato poliziotto

Ricercati la moglie dell'agente e una terza persona

Ufficio stranieri, migranti, immigrazione, foto d'archivio (Ansa)

Milano, 26 febbraio 2019 - Un poliziotto dell'Ufficio immigrazione della questura di Milano, sua moglie cinese e un connazionale di quest'ultima sono stati arrestati per corruzione e falso nell'ambito di un'indagine della Squadra Mobile sull'emissione di permessi di soggiorno. L'agente di 50 anni, in servizio all'Ufficio da almeno 10, è stato arrestato questa mattina su ordinanza di custodia  cautelare, la moglie e l'altro cinese non sono stati ancora rintracciati. Nel provvedimento ci sono anche 18 obblighi di firma per i corruttori, tutti cittadini cinesi residenti in diverse città italiane. Il gruppo aveva un tariffario preciso, a seconda della tipologia del documento i prezzi variavano tra i 5 e gli 8mila euro. I colleghi che hanno arrestato l'agente infedele gli hanno sequestrato una villetta in zona Famagosta e un'altra nel quartiere De Angeli.

Secondo quanto accertato dalla polizia, l'assistente capo 50enne e gli altri due complici sono coinvolti in almeno una trentina di episodi di corruzione. L'arco temporale analizzato non è stato ancora chiarito con precisione ma il meccanismo andava avanti da  nni e l'ultimo caso risale al 2018. Le indagini sono iniziate nel novembre dello scorso anno, sono partite dalle rivelazioni di una cinese che ha raccontato alla polizia di aver saputo da connazionali dell'esistenza del meccanismo all'Ufficio immigrazione. Il cliente contattava il complice cinese dell'agente, si accordava sul prezzo e sul tempo di consegna, infine consegnava i soldi e si presentava nel giorno prestabilito agli uffici della questura per ritirare il documento.

In virtù dell'esperienza in quel settore, il poliziotto riusciva a realizzare permessi di soggiorno e documentazione varia falsificando i requisiti relativi alla conoscenza della lingua, del reddito basso e altre voci. Al momento, spiegano dalla Squadra Mobile, non sono emersi collegamenti con le indagini che in passato hanno coinvolto altri poliziotti dell'Immigrazione per lo stesso reato.