Stilista impiccata a Milano, la video perizia: nulla si è mosso intorno all'albero

Attesa per lunedì 23 la sentenza nei confronti di Marco Venturi, imputato nel processo in abbreviato per la morte della fidanzata Carlotta Benusiglio

Carlotta Benusiglio e il fidanzato Marco Venturi

Carlotta Benusiglio e il fidanzato Marco Venturi

Milano - È attesa per lunedì prossimo, 23 maggio, la sentenza nei confronti di Marco Venturi imputato nel processo in abbreviato per la morte della stilista Carlotta Benusiglio, la sua fidanzata, allora 37enne, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio 2016. Stamane, in aula, il perito nominato dal gup Raffaella Mascarino ha illustrato l’esito della perizia su alcuni minuti di filmato di una delle telecamere di sorveglianza che, durante quella notte, hanno ripreso una parte della piazza - in particolare lo spicchio in cui si trova l’albero dove la stilista si è tolta la vita - e in cui compare una macchia. Immagini molto valorizzate dai legali della famiglia Benusiglio che hanno ritenuto che quell’ombra fosse in realtà una sagoma umana e quindi la prova della responsabilità di Venturi.

Per l’esperto, in linea con la difesa, invece si tratta di «un artefatto da compressione», come ha spiegato oggi in aula, sulla scorta della relazione depositata circa una settimana fa e già anticipata dall’ANSA. Un esito questo che ricalca anche quello di una consulenza della polizia scientifica già agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano. In sostanza, come hanno spiegato le difese, l’esperto ha confermato che «nulla si è mosso e si muove attorno all’albero» della tragedia. Lunedì prossimo accusa, difesa e parti civili, discuteranno di nuovo - i tempi saranno contenuti - e il giudice Mascarino dovrebbe, poi, entrare in camera di consiglio per la sentenza.

Lo scorso 21 febbraio lo stesso gup, al termine delle discussioni, aveva disposto la perizia su questo spezzone di video, tre minuti di registrazioni dalle 3.39 alle 3.42 di quella notte, della «telecamera Napoli 13» proprio per chiarire anche questo aspetto. Tra una settimana prenderà di nuovo la parola il pm Francesca Crupi che, a novembre dell’anno scorso, aveva chiesto una condanna a 30 anni per il 45enne accusato di omicidio volontario, ma anche di episodi di stalking e lesioni, tra il 2014 e il 2016, nei confronti dell’allora compagna. Poi si terranno le conclusioni della parte civile rappresentata dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, e infine dei difensori Veronica Rasoli e Andrea Belotti.

Questi ultimi si dicono «da sempre fiduciosi in quanto - hanno detto - siamo confortati dalla medicina legale, dalle indagini e oggi da questa perizia». Tutti elementi che in ultima analisi depongono per un suicidio come hanno stabilito anche i provvedimenti di un gip, del Tribunale del Riesame e della Cassazione. 

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