diAndrea Gianni
Cronaca

Perdono tutti colpi tranne la scienza

Nei mesi dell’emergenza nuove ditte in finanza e hi-tech. Oggi si inaugura un negozio in Baires: segnale di fiducia

di Andrea Gianni

Il brand milanese Nove25, specializzato in gioielli d’argento, licenziatario ufficiale della Juventus, ha scelto per aprire un nuovo negozio in una data simbolo, che garantisce ampia visibilità. Oggi, primo giorno dopo il lockdown delle insegne commerciali, verrà inaugurato un punto vendita in corso Buenos Aires, con l’ambizioso obiettivo di lanciare un messaggio ai commercianti che "in questo momento devono riacquistare fiducia". Un ottimismo che, almeno per ora, si scontra con le prime potenti scosse di un terremoto dell’economia. Il motore aveva già rallentato la corsa nel 2019, quando si erano già registrati segnali allarmanti come la crescita delle richieste di cassa integrazione. Un sistema già fragile che, quest’anno, è stato travolto dallo tsunami-coronavirus. Da una elaborazione del Dipartimento mercato del lavoro della Cgil di Milano viene fotografata una prima conseguenza nei primi tre mesi del 2020. "Se da un lato l’emergenza sanitaria non ha avuto effetti negativi sulle cessazioni d’impresa - spiega Antonio Verona, responsabile del Dipartimento - dall’altro ha sicuramente frenato la nascita di nuove attività. Il risultato è un saldo negativo tra nuove iscrizioni e cessazioni, il più evidente degli ultimi anni, pari a - 492 imprese". Un –0.13%, il tasso peggiore degli ultimi sette anni. Da gennaio a marzo 2020 hanno avviato l’attività 6.362 nuove imprese, mentre 6.854 hanno chiuso sul territorio della Città metropolitana. Il lockdown, la crisi economica e l’incertezza hanno frenato avventure imprenditoriali, mentre per ora non c’è stato un boom di chiusure. Le imprese resistono, ma il vero banco di prova saranno i prossimi mesi, quando si capirà se le riaperture hanno portato a una inversione di tendenza e i nodi degli ammortizzatori sociali verranno al pettine. Ma l’analisi settore per settore offre risultati in alcuni casi sorprendenti.

Nel trimestre registrano segno negativo, sempre per quanto riguarda l’avvio di nuove imprese tra Milano e hinterland, settori che durante il lockdown non hanno chiuso, ma hanno registrato in alcuni casi un aumento dei carichi di lavoro. Perdono imprese l’agricoltura (-1.8%, da 3.537 imprese nel primo trimestre 2019 3.472 nello stesso periodo di quest’anno), trasporti e logistica (-0.5%, da 13.439 a 13.366), commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1.5%), manifattura (-1.1%). Cresce invece il numero di aziende di settori come informazionecomunicazione (304 nuove imprese aperte nel trimestre), attività scientifiche e tecniche (+4.1%, 1.084 imprese in più), sanità e assistenza sociale (79 in più), attività finanziarie e assicurative (+5.7%, 628 in più). Un’economia in equilibrio instabile, al bivio tra ripresa e tracollo. "Unico elemento di stabilità - conclude Verona - è dato dal volume delle società di capitali sul totale delle imprese, il più robusto in Italia con il 48.2% e in forte incremento, nonostante sia segnato più dalla presenza di sedi legali che non da vere e proprie unità produttive".