Ci sono voluti anni per riscuotere le somme dell’assicurazione e riqualificare il tetto e i locali della porzione di Villa Zorn, che ospitava la Faruffini e che era stata danneggiata dall’incendio del 2017, durante la festa della Befana. Quelle stanze, nonostante la ristrutturazione, sono rimaste vuote.
E il rientro degli studenti, che era stato annunciata dall’Amministrazione, non c’è mai stato. Dopo la fine dei lavori, infatti, c’è stato un cambio di rotta: la funzione della civica non sarebbe più compatibile con la dimora storica, anche a seguito di prescrizioni della Soprintendenza. Eppure la lettera delle Belle Arti dice qualcosa di diverso. È vero che bisogna adeguare gli impianti, è anche vero che il progetto previsto dal municipio avrebbe coperto i soffitti a volta e, quindi, sarebbe stato "in contrasto con i criteri di tutela del bene architettonico".
Ma è anche vero che la lettera si conclude invitando il Comune a cercare altre soluzioni. "In definitiva lo stato attuale è in regola con la normativa vigente, sia per il requisito di resistenza agli incendi che per la sicurezza - spiegano gli alunni -. Per questo, non capiamo perché non possiamo tornare in una sede, che ha ospitato la scuola dal 1953.
Abbiamo inviato due lettere al sindaco con richiesta di incontro e non abbiamo mai avuto risposta". Era stata lanciata anche una petizione, sottoscritta da 480 persone. "La prima richiesta è tornare in Villa Zorn, ma siamo anche disponibili a una collocazione diversa, purché adeguata. La scelta dell’ex biblioteca è stata presa senza avere contezza di cosa sia una scuola d’arte". Nessuno spazio espositivo né per conferenze e un’aula che fa da magazzino. "L’Amministrazione si vanta di aver organizzato il polo delle civiche in piazza Oldrini, ma in queste condizioni la Faruffini rischia una lenta agonia". La.La.
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