Corso Buenos Aires pedonale, il sindaco frena: "Monopattini, via il tetto alle flotte"

Sala congela i propositi del Municipio 3: "Nessun progetto sul mio tavolo, non esprimo giudizi ora". Le società dello sharing chiedono al Comune di rivedere le regole: più mezzi per coprire le periferie

La pista ciclabile di corso Buenos Aires ha fatto aumentare il ricorso alla bici in città

La pista ciclabile di corso Buenos Aires ha fatto aumentare il ricorso alla bici in città

Milano - La pedonalizzazione di corso Buenos Aires attualmente non è sul tavolo del sindaco. A precisarlo è lo stesso Giuseppe Sala che di fatto frena i propositi del Municipio 3, almeno per il momento. Soltanto giovedì Caterina Antola, presidente del parlamentino di zona, aveva infatti auspicato che la pedonalizzazione fosse sperimentata entro il 2026, solo nelle giornate di sabato e domenica. In questa direzione sembra andare anche una delibera già approvata dal Municipio 3, quella relativa all’utilizzo dei pilomat mobili – anziché delle transenne – per chiudere il corso alle auto quando necessario. Una soluzione, questa, da verificare tecnicamente. Nel frattempo le società dello sharing chiedono a Palazzo Marino di rivedere il limite al numero di monopattini elettrici che ognuna di esse può mettere in strada, un limite contenuto nell’avviso pubblico attraverso il quale l’amministrazione di piazza Scala recluta operatori interessati al servizio. Una riprova, ammesso ce ne fosse bisogno, del fatto che le politiche e le scelte sulla mobilità cittadine sono in una fase critica: ora devono essere ridefinite.

Quanto al futuro di corso Buenos Aires, il sindaco spiega: "La pedonalizzazione non è sul mio tavolo, per cui non esprimo giudizi su cose che non ho mai esaminato tecnicamente". "Bisogna lavorarci – precisa il primo cittadino – ma non mi sento di esprimere un giudizio ora". Un altro conto è il ridisegno della pista ciclabile, anche a costo di ridurre i parcheggi su strada. In questo caso Sala conferma quanto detto già nei mesi scorsi: "La revisione della pista ciclabile senz’altro è sul mio tavolo perché se riusciamo a togliere un po’ di parcheggi laterali, può diventare una cosa più piacevole e più sicura. L’incarico che ho dato all’assessore alla Mobilità, Arianna Censi, è questo: trovare formule per togliere un po’ di parcheggi e fare una pista ciclabile più in sicurezza e più lineare. Questo è il primo obiettivo. L’obiettivo più grande è invece di rivedere i marciapiedi e gli spazi tra pedonalizzazione e auto. Ci stiamo lavorando", conclude il sindaco.

E la pista ciclabile in corso Buenos Aires si è rivelata un incentivo all’utilizzo non solo delle bici, elettriche e no, private e in sharing, ma anche dei monopattini. Ora Assosharing, l’associazione che rappresenta le società delle flotte condivise, a partire da quelle attive nella micromobilità elettrica, chiede al Comune di cambiare modello di gestione. Secondo le regole attuali, gli operatori autorizzati da Palazzo Marino non possono offrire flotte superiori ai 750 monopattini. Andrea Giaretta, segretario di Assosharing, ha posto il tema nel corso della commissione comunale tenutasi ieri a Palazzo Marino. In risposta ad Alice Arienta, consigliere comunale del Pd, che ha chiesto se e quando il servizio dei monopattini in sharing sbarcherà e si consoliderà nei quartieri periferici, Giaretta ha fatto sapere "che il limite massimo dei 750 monopattini per operatore, attualmente previsto dal Comune, non consente di coprire anche le periferie". E che Assosharing "ha già chiesto all’assessorato comunale alla Mobilità di ampliare il numero di mezzi che ogni operatore può offrire anche riducendo il numero degli operatori autorizzati in modo da privilegiare quelli che garantiscono un servizio più affidabile e di maggiore qualità". Una richiesta sulla quale l’assessorato non si pronuncia ancora. In questo momento a Milano ci sono 5.250 monopattini in sharing divisi tra 7 operatori. Sotto la Madonnina viaggia il 13% dei monopattini presenti in tutto il Paese. Ma non è ancora abbastanza, secondo l’associazione di categoria della mobilità condivisa. "Perché il servizio possa essere davvero capillare – ha aggiunto Alessio Raccagna, vicepresidente di Assosharing – occorre che, nel momento in cui l’utente apre l’app per prenotare il noleggio, ci sia almeno un monopattino entro il raggio di 150 metri".

mail giambattista.anastasio@ilgiorno.net

 

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