Parole e musica per “Vero” "Mamma e donna libera" Letti i nomi di tutte le vittime

Dopo la manifestazione all’aperto con le biciclette, le note della banda degli Ottoni a scoppio . Un ricordo per ogni morto dell’ultimo anno. Quattro travolti nell’arco di sei mesi

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Fiori appesi. Striscioni. La via ribattezzata con il suo nome: via Vero, piazza Veronica. “Donna libera“ ma anche “mamma moderna“, “figlia“, “economista economica“, “gattara“ e “sushi girl“ per il suo piatto preferito. Era tutto questo e molto altro Veronica Francesca D’Incà, la giovane mamma investita e uccisa a 38 anni da un camion il 1° febbraio tra piazzale Loreto e viale Brianza mentre era in sella alla sua bici. Il camion di una ditta di traslochi non si sarebbe accorto della ciclista svoltando in viale Brianza. Così la vita della trentottenne è stata spezzata in un attimo, a due passi da casa (abitava in via Padova). Lascia un compagno e una bimba di 2 anni. Laureata in economia, era manager di un’azienda. "Per me è come perdere una sorella", dice un parente. Ieri, per lei e "contro le assurde morti in bicicletta" ha suonato la banda degli Ottoni a scoppio dopo la protesta dei ciclisti sul luogo della tragedia. Veronica è l’ultima vittima della strada. E ieri sono state ricordate tutte quelle dell’ultimo anno: Silvia Salvarani, insegnante di yoga di 66 anni, è morta dopo un’agonia di due settimane dopo essere stata investita il 2 novembre da una betoniera mentre pedalava sui Bastioni di Porta Nuova. L’8 novembre, lacrime per Luca Marengoni, quattordicenne investito da un tram in via Tito Livio mentre andava a scuola in bicicletta. E come dimenticare “Momo“, Mohanad Moubarak, il bimbo di 11 anni ucciso la notte fra l’8 e il 9 agosto da un pirata della strada in via Bartolini, zona Cenisio? Quattro ciclisti morti in sei mesi. Ma le vittime delle strade sono molte di più. Alessandro Egidi ha perso la vita a 24 anni il 29 marzo. Era in scooter quando è stato preso in pieno da un’auto all’incrocio tra le vie Bergamo e Maffei a Porta Romana. E poi Simone Felice, motociclista di 18 anni, è deceduto il 26 maggio in via Pasolini a Sesto San Giovanni. Schiantatosi per evitare il contatto con un’automobile. La notte di domenica 21 agosto è stata quella della disgrazia di Matteo Morcos, morto in auto in un incidente sulla Tangenziale Est dopo la festa del suo compleanno. Ricordato anche Giuseppe Morlino, di 35 anni, che il 5 agosto ha perso il controllo del suo scooter in via Ripamonti. Il giorno dopo è stata travolta Francesca Camilleri, senza fissa dimora di 74 anni, in viale Forlanini. Una lista tristemente lunga.

Il 22 agosto sulla Tangenziale ovest, spezzata la vita di Maria Rita Musico, 44 anni: passeggera di una moto, è caduta a terra dopo l’impatto con una macchina. Mentre Giulio Canti aveva 83 anni: è stato investito la sera del 14 ottobre mentre attraversava in via Berna, tra Primaticcio e Inganni. Il 25 novembre, travolta invece in via Salomone Cecilia Furcas, di 82 anni. Era sulla sua auto Davide Maggio, ventiseienne che si è schiantato il 9 dicembre nel sottopasso di via Stephenson. E lo scorso 12 gennaio è stato investito da una macchina Hassan Hashem, di 29 anni, mentre attraversava sulle strisce pedonali davanti all’ospedale Bassini. Tra il 2 e il 3 dicembre è morta in viale Lunigiana, zona stazione Centrale, Chiara Speranza, passeggera su un’auto del car sharing che si è ribaltata. Aveva 23 anni.

Marianna Vazzana

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