La salvaguardia delle aree naturali e la tutela, ma anche i nuovi orizzonti della rigenerazione e nuovi spazi per una “progettualità integrata“: per risanare aree dismesse o sacche di degrado ambientale, favorire infrastrutture “dolci“, potenziare servizi e offerta turistica. La lunga moratoria è finita, adottato a Villa Gina il piano territoriale di coordinamento del Parco Adda Nord. L’ultimo, in regime di salvaguardia infinita, risale a quasi vent’anni fa. L’adozione al termine di un iter partito da quasi quattro anni, reso a ostacoli dalla pandemia. Al voto oltre due terzi dei 37 comuni e degli enti provinciali del bacino, tutti favorevoli tranne uno, il comune di Paderno d’Adda, e con due astensioni, quelle di Cassano d’Adda e Martinengo, ambedue con amministrazioni da poco in carica. A fine votazione un applauso e la soddisfazione della presidente Francesca Rota: "Un momento importantissimo, e un traguardo al quale abbiamo molto lavorato". Non è finita. Entro un mese da ieri il Ptc votato dall’assemblea rimarrà esposto sul Burl per sessanta giorni, per il deposito delle osservazioni. Successivamente, sotto egida di Regione Lombardia, e si spera in tempi non lunghissimi, arriverà la definitiva approvazione. Alla Comunità del Parco, riunita a Villa Gina di Concesa per l’ultima illustrazione del documento e per il voto, formula mista: una ventina di sindaci o delegati presenti, insieme ai progettisti e ai vertici del Parco Adda Nord, il resto in collegamento su piattaforma. È stato il vicepresidente del direttivo Alessandro Chiodelli a riassumere un iter "che ci ha impegnato dal giorno dopo l’insediamento, quattro anni fa". Il Parco, allora, era reduce dalla nota bufera giudiziario mediatica e da un commissariamento lungo un anno e mezzo. Il primo passo, una fase di incontri e coinvolgimento dei Comuni, poi l’iter per la valutazione ambientale strategica, conclusosi con semaforo verde in gennaio. "La condivisione – così ...
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