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Pannelli solari cinesi non a norma, tre arresti per la truffa milionaria

Inchiesta su una società reggiana, coinvolto anche un magnate russo. L'impianto fotovoltaico spacciato per prodotto UE aveva avuto fondi pubblici. Effettuati sequestri preventivi per 37 milioni di euro di Marinella Rossi

Il fotovoltaico

Milano, 23 luglio 2014 - Là dove c'è il vero sole del Sud, e il fotovoltaico è una scommessa sul presente, i pannelli solari di un’energia rinnovabile, spacciati per prodotti di marchio Ue, erano made in China, con tutta la facile ironia che le griffe dell’estremo oriente si trascina appresso. Ma, soprattutto, con una colossale frode, quantificata in 36,8 milioni di euro, e realizzata attraverso il conseguimento indebito di erogazioni pubbliche, piazzando un prodotto non a norma. Truffa che si insinua in uno scenario internazionale in cui magnati russi giocano una partita sporca sul fotovoltaico, a dispetto dei paesi più sperduti del tavoliere delle Puglie, e le società che si intersecano nel classico schema delle scatole cinesi, vengono miseramente svuotate e falliscono.

La storia, che ieri emerge con tre arresti da parte della Guardia di finanza di Reggio Emilia, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Milano Maurizio Ascione, e su ordine del giudice delle indagini preliminari Enrico Manzi, vede sulla scena un’azienda reggiana, la Kerself spa, via via modificata nel nome e nelle ragioni sociali con l’ingresso degli oligarchi russi e la compartecipazione di interessi cinesi.E’ proprio l’imprenditore Igor Akhmerov, presidente della azienda svizzera Avelar Energy, a finire a San Vittore, con, agli arresti domiciliari, gli amministratori italiani della Kerself, poi denominata Aion Renewables spa, Marco Giorgi e Gianpiero Coppola. Tutte società, che, prima di fallire, spostano la loro sede a Milano. I tre arrestati sono accusati di associazione per delinquere, frode e falso ideologico. Alle misure cautelari seguono i sequestri preventivi per equivalente di beni immobili e disponibilità finanziarie, fino alla concorrenza di 37 milioni di euro a carico di otto indagati.

Si parte così da Kerself, la reggiana capofila di un gruppo che opera nel futuro, la realizzazione di impianti fotovoltaici, persino quotato nel mercato telematico azionario della Borsa. E’ il 2008 quando Kerself viene rilevata dalla svizzera Avelar Energy Ltd, in cui compare come capofila Renova, riconducibile al magnate russo Viktor Vekselberg: è tra gli uomini più ricchi di Russia, risiede in Svizzera, fa affari in Italia fin dal 2007 e persino con l’inglese British Petroleum. Akhmerov, l’uomo ieri arrestato, è il suo manager che gestisce Avelar Energy, la quale controlla direttamente o indirettamente sedici società con sede in Italia, proprietarie di impianti fotovoltaici al Sud: Altamura, Ostuni, Margherita di Savoia, Cerignola, Matera, Metaponto. E qui arriva la truffa: le società partecipate da Avelar ricevono tra il 2011 e il 2013 i contributi in conto energia erogati nel settore fotovoltaico dalla Gse, acronimo che sta per Gestore servizi energetici, di emanazione diretta del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Fondi che vengono quantificati in 36,8 milioni di euro, e che vengono percepiti indebitamente perché si realizzano impianti con pannelli solari di origine cinese, ma facendoli passare, attraverso documentazione falsificata, come prodotti Ue (in particolare provenienti dalla Polonia e dalla società Revolution 6). C’è poi il fatto che al Gestore servizi energetici viene comunicato il completamento degli impianti prima della loro messa in esercizio, con ciò ingannando anche la società di certificazione tedesca Tuv Intercert Gmbh.

di Marinella Rossi

marinella.rossi@ilgiorno.net