
Pane Quotidiano a Milano, Fila di persone in cerca di aiuto cresce del 15%
Raquelle Noemi Garcia, 21 anni, originaria del Perù, lavora ma ha uno stipendio che non basta neanche per fare la spesa. È costretta quindi a chiedere aiuto, come migliaia di altri milanesi, a Pane quotidiano. "Se non esistesse – dice Raquelle – sarei in difficoltà. Con il mio stipendio da baby sitter riesco appena a pagare l’affitto. Per la spesa vengo qui. Per fortuna esiste questa realtà, aperta tutti i giorni". Ucraini, italiani, ispanoamericani. È lunga la fila fuori dalla sede in viale Toscana 28 della storica onlus milanese che dal 1898 distribuisce generi alimentari ai bisognosi. Dalle prime ore del mattino le persone sono in piedi in attesa di ricevere un pacco con i viveri. E il flusso di persone cresce durante la giornata.
"Da gennaio 2021 – spiega Luigi Rossi, membro del consiglio direttivo della fondazione Pane quotidiano – le richieste sono aumentate del 15%. Prima il Covid, poi l’inflazione, hanno inciso sul potere d’acquisto. Possiamo stimare che gli italiani siano il 35% del totale e che sia cresciuto il numero di ucraini da febbraio 2022". Un effetto della guerra, che ha spinto alla fuga le popolazioni colpite. "Al problema della povertà crescente - sottolinea Claudio Falavigna, coordinatore dei volontari - si è aggiunta la perdita del potere d’acquisto e l’aumento del costo delle materie prime: questo ha portato a un calo delle donazioni del 25%. Soprattutto di latticini e piatti pronti". Alle 11.30 le persone in coda non si contano più. "Consegniamo una media di 2.000 pacchi al giorno nella sede del quartiere Morvione e di 2.200 in quella di viale Monza – spiega Claudio – con questi numeri dobbiamo trovare altri donatori". La onlus cerca di andare incontro ai bisogni delle persone. "Una volta alla settimana – spiega Claudio Falavigna – portiamo i pacchi a casa di chi non può raggiungerci per invalidità. Un totale di 720 persone". Prodotti come pasta, riso, pelati, biscotti, macedonia, cioccolato, affettati e dolci. Dietro Raquelle ci sono altre 2.142 persone, tra cui anche bambini. "Vedo molti giovani - riconosce Teresa Voso, volontaria – oltre ai pensionati. Da un anno a questa parte in fila ci sono ragazzi e persone sotto i 50 anni. È più evidente il sabato perché in settimana lavorano". Nel 2022 i pacchi sono stati 1.200.000. Nel 2023 si prevede che arriveranno a 1.300.000. "Per rispondere a questa esigenza – conclude Luigi Rossi membro del consiglio direttivo – stiamo pensando di creare punti ritiro mobili nei quartieri".
Alessia Sironi