Palazzo Marino, svolta sui diritti. Identità alias per i dipendenti dopo la battaglia di un impiegato

Per gli atti interni si può usare un nome diverso da quello all’anagrafe, in attesa della transizione. L’assessora Cappello: "Prima delibera in Italia". Accordo con i sindacati sulle linee guida.

Palazzo Marino, svolta sui diritti. Identità alias per i dipendenti dopo la battaglia di un impiegato

Palazzo Marino, svolta sui diritti. Identità alias per i dipendenti dopo la battaglia di un impiegato

Alle radici della svolta sul fronte dei diritti la battaglia di un impiegato comunale, che sta seguendo un percorso di transizione di genere e nel maggio scorso ha chiesto di poter utilizzare la propria identità alias al lavoro. Ora Palazzo Marino ha approvato una delibera che consente ai circa 13mila dipendenti di "autodeterminarsi il genere" negli atti interni senza dover presentare alcun certificato, ottenendo una email aziendale e un badge con il "nome d’elezione", mentre invece per gli atti ufficiali e rivolti all’esterno si continuerà a usare l’identità anagrafica dotata di valore legale almeno fino al "passaggio in giudicato della sentenza atta ad attribuire un sesso diverso da quello nell’atto di nascita". Si tratta, secondo l’assessora al Lavoro Alessia Cappello, di "un passo importante in tema di equità e giustizia". Un percorso, al centro anche di un accordo con i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil Fpl e dalla Rsu, seguito anche da altre amministrazioni, come Bologna, oltre a scuole e università che da tempo consentono agli studenti di utilizzare l’identità alias. "Milano è la prima grande città ad aver approvato formalmente una delibera - spiega Elena Lattuada, delegata del sindaco alle Pari opportunità - e per questo siamo orgogliosi di definirci capitale dei diritti". "Da persona transgender e attivista per i diritti – aggiunge la consigliera comunale Monica Romano – non posso che esprimere la mia gioia".

Andrea Gianni