Magenta, 15 giugno 2017 - Tra le gabbiette come in corsie d’ospedale. C’è un gran sbattere d’ali e il cinguettio è continuo; sarà il desiderio di tornare presto tra le nuvole a far cantare così questi piccoli pennuti. D’altronde, chi non vorrebbe spiccare il volo, potendo? Ma per quello ci sarà tempo; prima è necessario guarire e recuperare le forze grazie alle cure dei volontari del centro Lipu di Magenta, alle porte di Milano. Persone che, spinte dalla passione, dal 1998 sono impegnate a salvare la vita dei volatili feriti. Un lavoro incessante e silenzioso che si svolge tra difficoltà di ogni sorta in questo cascinello-ospedale immerso nel bosco del Ticino. La responsabile ha poco tempo. Dopo pochi minuti ecco un nuovo ricovero. Il telefono squilla in continuazione e i volontari si muovono da un esemplare all’altro senza sosta. «Nonostante questo sia un servizio fondamentale per lo Stato, oggi sopravviviamo solo grazie alle donazioni e all’aiuto del Parco Ticino, che ci ha offerto questa struttura - ha spiegato Veronica Burresi -. Il centro arriva a costare anche 60mila euro l’anno. Nel 2015 i contributi che Regione Lombardia avrebbe dovuto versare non sono arrivati, nel 2016 sono stati ridotti, mentre per quanto riguarda il 2017 non sappiamo ancora nulla. Il fenomeno è drammatico». Eppure l’anno scorso sono stati oltre 1.400 gli uccelli passati dal centro e accuditi da 15 volontari appositamente formati. Fra poiane, falchi pecchiaioli, garzette, rondini e aironi il lavoro è incessante.
Tra le specie più presenti in questo periodo dell’anno c’è il rondone, un uccello che trova nei palazzi e nelle grandi costruzioni il luogo ideale per fare il nido. Celebri sono le colonie milanesi del Castello Sforzesco e dello stadio Meazza, che riesce a ospitarne addirittura tre tipologie: il rondone maggiore, il pallido e il comune. Una specie «meneghina» d’adozione, insomma. Ogni anno arrivano al centro di Magenta oltre 200 rondoni. Questa specie, quando tocca il suolo, non riesce più a spiccare il volo. I rondoni, infatti, vivono e dormono in aria, fermandosi solo sulle pareti verticali per nidificare. Quando un esemplare è adulto chiunque può «soccorrerlo»: è sufficiente lanciarlo in aria da terra per dargli «il via». Differente il discorso per i piccoli e per gli esemplari feriti, che devono essere subito portati in un centro specializzato.
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