
Rivoluzione Ortomercato
Milano, 21 dicembre 2019 - Chiamatela , se volete, “rivoluzione’’ all’Ortomercato. Così la definisce il sindaco Giuseppe Sala, mentre il presidente di Sogemi Carlo Ferrero preferisce usare un aforisma da alpinista: "I sogni non sono mai in discesa". Eh sì, perché per arrivare al via libera politico e al reperimento dei fondi necessari per il progetto di riqualificazione dei Mercati generali milanesi di via Lombroso la strada è stata in salita. La meta, però, appare ormai vicina: entro il 2022 i padiglioni per frutta e verdura saranno completamente rifatti e l’attuale Ortomercato cambierà nome, diventerà "Foody. Mercato Agroalimentare Milano". Foody, per chi non lo ricordasse, è il nome della mascotte per l’Expo 2015, un logo su cui Ferrero punta molto perché "simpatico", mentre il primo cittadino sembra più tiepido sul riciclare il disegno legato all’Expo da lui gestita.
Simbolo a parte, conta la sostanza. Dopo anni di idee lanciate e subito accantonate, il progetto per rilanciare l’Ortomercato è realtà. Era già stato approvato un anno fa, ma ora passa nella fase attuativa grazie a un aumento di capitale di 273 milioni di euro di Sogemi, formalizzato a novembre. Un’operazione così definita: 49 milioni di euro per cassa e 224 milioni di euro attraverso il conferimento da parte dell’azionista, il Comune di Milano, della proprietà dell’area. Nel frattempo Sogemi ha definito un prestito con le banche di 45 milioni di euro per finanziare le opere per il restyling.
L’investimento complessivo è di oltre 100 milioni di euro e il progetto prevede una nuova piattaforma logistica che sarà punto di riferimento per le attività complementari; un rinnovato Palazzo Affari, che seguirà una progressiva riqualificazione per divenire un polo per aziende e professionisti italiani e internazionali che operano nella filiera agroalimentare, offrendo spazi lavorativi di smartworking e co-working. La trasformazione dell’Ortomercato dovrebbe “contagiare’’ anche i mercati coperti comunali e coinvolgere chef come Claudio Sadler, Giancarlo Morelli e Viviana Varese. Un progetto non solo innovativo, ma ormai indispensabile per andare oltre una struttura che dimostra tutti i suoi anni, 54: in alcuni padiglioni piove dentro, nonostante i lavori di messa in sicurezza degli ultimi anni.
Ma il declino della struttura di via Lombroso aveva risvolti economici anche più preoccupanti. "Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad una progressiva perdita di competitività a causa di piani di sviluppo mai approvati (otto in 20 anni) e dell’assenza di adeguati investimenti per una struttura costruita nel 1965 e ormai inefficiente – sottolinea Ferrero –. I mercati di Madrid, Parigi, Barcellona, con volumi di transazioni superiori a due miliardi di euro, ci dimostrano il potenziale di queste strutture strategiche per la distribuzione alimentare delle grandi città. Abbiamo perso molto tempo, ma il nostro potenziale di crescita può ancora esprimersi appieno". Tanto che Ferrero indica un altro obiettivo da raggiungere entro il 2025: la creazione in via Lombroso di un hub del food italiano. Il rendering del progetto finale c’è già.
Sala , intanto, definisce "epocale" l’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto del nuovo "Mercato Agroalimentare Milano". Sì, perché il primo cittadino ricorda che il caso Ortomercato "è il primo dossier che mi misero sul tavolo nel gennaio 2009, quando venni nominato direttore generale del Comune. Sono passati dieci anni. Ma è inutile guardare indietro e pensare che si poteva far prima. Sogemi ha dotazioni di capitali e manageriali e le rafforzeremo ancora per poter realizzare in tre anni il progetto illustrato. È veramente una rivoluzione". Sì, la rivoluzione all’Ortomercato.