Omicidio La Rosa: "Madre e figlio prima di uccidere truffavano"

Condannati all’ergastolo per l’omicidio dell'ex calciatore, Biancaniello e Rullo sono accusati di aver raggirato assicurazioni con un giro d’auto

La madre Antonietta Biancaniello  e il figlio Raffaele Rullo condannati all’ergastolo

La madre Antonietta Biancaniello e il figlio Raffaele Rullo condannati all’ergastolo

Milano, 2 dicembre 2019 - Una truffa di famiglia. E già da allora tutto ruotava intorno alla strana coppia madre-figlio Antonietta Biancaniello, 61 anni - Raffaele Rullo, 37, all’epoca solo futuri complici nel crudele omicidio dell’ex calciatore amico di Raffaele Andrea La Rosa, 35 anni, che un anno fa venne sedato, accoltellato e infine soffoccato dall’acido dopo essere stato richiuso in un bidone. Autori del delitto, secondo i giudici di primo grado che li hanno condannati all’ergastolo, Biancaniello e Rullo (anche se lei, ora, dice che in realtà non c’entra nulla).

Ma alcuni anni prima di spingersi ad uccidere, in quello che se fosse una serie tivù sarebbe un “prequel” - una specie di antefatto - mamma e figlio secondo la Procura avrebbero debuttato nel mondo del crimine con una storia di truffe ai danni di alcune compagnie assicurative. Ma non da soli. Al loro fianco c’erano altri membri della famiglia: la figlia di Antonietta (e sorella di Raffaele) Sara, oggi 29 anni, ma anche la moglie di Rullo, Valentina Angotti, 37, tanto cara al marito che, sempre secondo l’accusa, successivamente Rullo tenterà di ucciderla facendo passare l’episodio come suicidio e venendo anche per questo condannato al carcere a vita. Ma all’epoca siamo tra il 2014 e il 2017, il rapporto tra loro, almeno quello truffaldino, andava alla grande. Il meccanismo era semplice, stando agli inquirenti.

Seguendo le direttive di Biancanello-Rullo, la banda - con le altre due donne di famiglia, ma anche con due persone loro amiche Evelina B. e Marco L. - sarebbe riuscita a riscuotere quasi 80 mila euro di rimborsi assicurativi, intestando le vetture (molto incidentate e di nessun valore) ai vari complici, assicurandole a prezzo di mercato e poi denunciando (falsamente) i furti delle rispettive vetture. Trucco quasi elementare ma efficace, se è vero che tra le compagnie truffate dalla strana coppia Rullo-Biancaniello & c. c’erano nomi come Allianz, Sara, Unipolsai... Ora su queste truffe, emerse in ritardo e solo nel corso delle indagini per l’omicidio La Rosa, la Procura ha chiuso le indagini depositando gli atti in vista della molto probabile richiesta di rinvio a giudizio. Chissà se anche per l’accusa delle truffe Biancaniello - dopo aver cambiato linea di difesa scaricando l’omicidio tutto sul figlio - vorrà fare altrttanto.

Notevole anche la performance di Rullo, stando sempre alle indagini, che prima si mise in società con la moglie nelle faccenda di queste auto e poi, quando iniziò a litigare con lei che gli rinfacciava il modo in cui stava dilapidando i soldi faticosamente truffati dalla coppia, s’impegnò a cercare su internet il modo migliore per imbottirla di farmaci facendo passare per suicidio il suo progetto di farla fuori.

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