Uccise la ex con lo spillone, la Cassazione conferma l'ergastolo

Condanna definitiva: per l'uomo si riaprono le porte del carcere

Omicidio Antonia Bianco a San Giuliano (Newpress)

Omicidio Antonia Bianco a San Giuliano (Newpress)

Milano, 6 dicembre 2017 -  È definitiva la condanna all'ergastolo per Carmine Buono, accusato di aver ucciso con un'arma appuntita mai ritrovata, probabilmente uno stiletto o uno spillone che ha perforato un ventricolo cardiaco, la ex convivente Antonia Bianco a San Giuliano Milanese nel 2012. Lo ha deciso la Cassazione. Condannato in primo e secondo grado all'ergastolo, un primo giudizio della Cassazione, poi, annullò con rinvio la sentenza per un nuovo appello che confermò la condanna all'ergastolo per omicidio volontario e stalking. L'uomo, nel frattempo, era stato scarcerato per decorrenza dei termini nel 2015 e ora tornerà in carcere per l'esecuzione della pena.

IL LEGALE - "È una grande vittoria per la famiglia della vittima e per la giustizia", ha commentato l'avvocato Domenico Musicco, legale dei familiari di Antonia Bianco e che ha insistito per la conferma della condanna per omicidio volontario, mentre il sostituto pg aveva chiesto l'annullamento con rinvio sostenendo la tesi dell' omicidio preterintenzionale. "Un uomo così pericoloso non poteva restare libero - ha aggiunto il legale Musicco, anche presidente della onlus Avisl -. Questo deve diventare un caso di esempio per tutti. Le vittime di violenza e le loro famiglie non possono vivere nell'ansia che i criminali che le hanno colpite siano liberi di poterlo rifare. Non ci fermiamo questo risultato ci dà la forza per continuare a lavorare col Governo su due fronti. Da una parte stiamo lavorando per istituire un fondo per le vittime di violenza, esattamente come accade per le vittime di incidenti stradali, e non possiamo più rimandare l'introduzione dei braccialetti elettronici". 

LA VICENDA - Il 21 giugno del 2016 la Corte d'Appello di Milano aveva confermato l'ergastolo per omicidio volontario e stalking, dopo che nel novembre 2015 la Cassazione aveva annullato con rinvio, disponendo un nuovo processo d'appello, la condanna all'ergastolo di primo e secondo grado. La Suprema Corte, in sostanza, aveva chiesto di approfondire l'elemento soggettivo del reato chiarendo che non era ben motivata la condanna per omicidio volontario. E su questa base il difensore, l'avvocato Mirko Mazzali, aveva chiesto che i giudici riqualificassero il fatto in omicidio preterintenzionale (tesi sostenuta anche dal pg nel nuovo giudizio di Cassazione), perché i due stavano litigando e Buono, per la difesa, non voleva uccidere. Antonia Bianco, il 13 febbraio del 2012, era andata a casa dell'ex compagno per parlare del loro figlio e il confronto tra i due era degenerato in una lite che era finita in strada. La donna, ad un certo punto, si era accasciata a terra, era stata soccorsa ed era morta poco dopo all'ospedale di San Donato, dove i medici avevano notato una piccola ferita sotto l'ascella sinistra. Con l'autopsia era emerso, poi, che Bianco era deceduta proprio a causa di quella ferita  causata da un'arma appuntita mai ritrovata.

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