'Oh bej! Oh bej!', asse bipartisan per riportare i mercatini in piazza Sant'Ambrogio

Il Municipio 1, guidato dal centrosinistra, e la Lega Nord vogliono riportate la tradizionale fiera nella storica sede lasciata nel 2006

Mercatini degli 'Oh bej! Oh bej!' al Castello Sforzesco

Mercatini degli 'Oh bej! Oh bej!' al Castello Sforzesco

Milano, 16 novembre 2018 - La fiera degli 'Oh bej! Oh bej!' che si tiene tradizionalmente a Milano il 7 dicembre, giorno del patrono di Sant'Ambrogio, deve tornare a svolgersi nella sua collocazione storica in piazza Sant'Ambrogio e non più, come avviene dal 2006, nell'area di piazza Castello.

La richiesta arriva dal Municipio 1 della città, guidato dal centrosinistra, ma a farsi portavoce nei confronti del Comune di questo parere, votato in Consiglio di zona all'unanimità, è la Lega che da anni porta avanti una battaglia per restituire «autenticità» alla fiera milanese. Nel documento, votato ieri, il Municipio 1 ha espresso parere negativo, non vincolante, alla richiesta di parere del Comune circa la collocazione delle prossima fiera nell'area di piazza Castello. La fiera deve tornare ad essere «una festa per i milanesi, un momento legato alla tradizione - ha spiegato il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Alessandro Morelli -. Invece negli ultimi anni ci sono cineserie, meno banchi legati alla tradizione e abbiamo assistito anche alla vendita di taser e coltelli. Mancano solo i venditori di sex toys». Se la fiera degli 'Oh bej! Oh bej!' tornerà in piazza Sant'Ambrogio, che aveva lasciato a causa dei lavori adesso conclusi per la realizzazione di un parcheggio interrato, a migliorare «sarà anche la qualità dei banchi - ha aggiunto Morelli - perché ci sarebbe una diminuzione degli spazi disponibili», mentre oggi sono 380 gli operatori assegnatari di un parcheggio.

In Municipio 1 «siamo tutti d'accordo, anche il Pd lo è , che la fiera debba tornare lì - ha concluso Simone Di Gennaro, capogruppo della Lega al Municipio 1 -. È il suo luogo naturale e tradizionale oltre che storico. Il numero di banchi si andrebbe a ridurre ma almeno possiamo tenere quelli di qualità».

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