
Colombo Clerici* occupazione femminile in Italia è in crescita, ma rimane al di sotto della media europea, come avviene da...
Colombo Clerici*
occupazione femminile in Italia è in crescita, ma rimane al di sotto della media europea, come avviene da almeno 20 anni. Partendo dal recente rapporto Cnel-Istat “Il lavoro delle donne tra ostacoli e opportunità” abbiamo messo a confronto i dati del 2025 con quelli del 2005: allora lavoravano circa 9,5 milioni di donne, con un tasso di occupazione per la fascia d’età 15-64 anni di circa il 46%. Nel 2025 ha raggiunto il 52,5% coinvolgendo 10.340.000 unità con un tasso di occupazione del 54,1%. Nonostante questo progresso, l’Italia continua a registrare uno dei tassi di occupazione femminile più bassi dell’Ue, con un divario di circa 12,6% rispetto alla media Ue (nel 2005 tale differenza era del 10%) e alla Francia, e di 20 alla Germania, e facendo registrare il valore più basso tra i 27 Paesi dell’Unione e molto distante dalla maggior parte dei paesi. In quattro di essi l’indicatore è di oltre venti punti superiore a quello italiano, dai Paesi Bassi (+25,2 punti) alla Finlandia (+20,1 punti), in dodici è maggiore di almeno quindici punti, in altri sei paesi di almeno dieci punti, in Spagna è di 8 punti più elevato. Meno distanti soltanto la Romania e la Grecia (+1,3 punti e 0,8 punti, rispettivamente). Nonostante il lavoro femminile rappresenti una componente essenziale per lo sviluppo di un Paese, le donne da noi continuano a incontrare ostacoli nell’accesso e alla permanenza tra le file delle occupate, nella progressione di carriera e nella conciliazione vita-lavoro. Il part-time involontario e l’occupazione precaria rimangono una caratteristica significativa del mercato del lavoro femminile. Dovute sia all’impossibilità di trovare un posto a tempo pieno, sia alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, alla scarsa disponibilità di servizi di supporto e alla persistenza di stereotipi di genere. Notevole anche il tasso di inattività: molte donne sono fuori dal mercato del lavoro, spesso per motivi legati alla cura della famiglia o alla mancanza di servizi di supporto come gli asili nido.
*Presidente Assoedilizia