MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Nuovo San Siro, il 32 per cento degli spazi per cibo e vip

La delibera del Comune svela particolari sul nuovo stadio. Sala: l'assessora Grandi assente? Nessun problema. Sì al confronto, no al referendum

Un rendering di un’area interna della Cattedrale di Populous

Un rendering di un’area interna della Cattedrale di Populous

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Milano - "Nessun problema politico" nella maggioranza in Comune, avanti tutta sul progetto del nuovo stadio di San Siro. Il sindaco Giuseppe Sala risponde così alla domanda sull’assenza dell’assessore all’Ambiente e al Verde Elena Grandi dalla seduta di Giunta di venerdì durante la quale è stato confermato l’interesse pubblico al piano presentato da Milan e Inter, anche se a tre condizioni: indice volumetrico ridotto fino allo 0,35 mq/mq previsto dal Pgt; riconfigurazione a distretto sportivo dell’area dove ora c’è il Meazza con incremento del verde; aggiornamento del Piano economico-finanziario nella successiva fase progettuale.

Il primo cittadino, a margine di un Forum organizzato da Elle Active in Cattolica, dribbla con queste parole il caso Grandi: "La sua assenza in Giunta non è un problema politico. In campagna elettorale avevo detto che do per scontato che fra tutti quelli che mi accompagnano non è che vediamo sempre le cose allo stesso modo. Però c’è una regola: quando non la si vede allo stesso modo deve decidere il sindaco, e così ho fatto. Detto ciò, mi sembrava logico che l’assessore Grandi, che rappresenta una forza, Europa Verde, che ha fatto del no al nuovo stadio un cavallo di battaglia, fosse assente, ma con la Grandi ci lavoro con grande piacere".

Sì al confronto, ma indietro non si torna. Il messaggio di Sala è netto: "A tutti quelli che dicono “bisognava ristrutturare San Siro’’, dico semplicemente: andate voi a convincere le squadre. Perché il punto è questo. Io ci ho provato due anni, ma non lo vogliono fare. Se qualcuno si sente più bravo di me, si faccia avanti". Il sindaco considera un’unica opzione, a questo punto: il piano rossonerazzurro, che prevede la realizzazione del nuovo stadio dove ora ci sono il parcheggio di San Siro e il Parco dei Capitani e di due distretti – uno multifunzionale e l’altro dedicato a sport e entertainment – nell’area dove attualmente c’è lo stadio Meazza, che sarà parzialmente demolito: resteranno la tribuna arancione, una curva e la torre 11 del terzo anello. Non è previsto un passaggio in Consiglio comunale del progetto urbanistico, visto che non sono chieste deroghe sulle volumetrie rispetto allo 0,35.

Il sindaco, però, non chiude al confronto con i partiti e con i milanesi: "Sia in Consiglio Comunale sia con i cittadini sono disponibile a fare dei passaggi di discussione, ma la discussione non può essere sul sì o no al progetto perché su quello noi ci siamo presi la nostra responsabilità e andiamo avanti. Se la discussione è su com’è il progetto possiamo parlarne". Referendum permettendo, ma servono 15mila firme per convocarlo. 

La delibera di Giunta di 20 pagine che ha confermato l’interesse pubblico al progetto dei club, intanto, svela qualche particolare in più sul nuovo stadio, in attesa della scelta tra la Cattedrale di Populous – in vantaggio – e gli Anelli di Manica-Sportium. Il 32% della superficie complessiva (99 mila mq) dello stadio è costituita da spazi con funzioni sia complementari che di tipo redditizio, non direttamente collegati con le partita o i concerti: 8.610 mq per punti di vendita e ristoro; 22.665 mq per l’accoglienza; 255 mq per Vip/Lounge. In fondo è questa la principale differenza tra vecchio e nuovo stadio e il motivo per cui Milan e Inter insistono tanto per realizzare l’innovativo impianto da 60mila posti (di cui 12mila posti premium): negli spazi sopradescritti i club moltiplicheranno i ricavi da stadio. 

Il provvedimento della Giunta comunale contiene anche la relazione tecnica del Responsabile unico del procedimento Simona Collarini. In essa emergono alcune criticità sull’ultimo progetto rossonerazzurro, quello che prevedeva l’indice volumetrico dello 0,51. Si va dalla bocciatura del piano sulla viabilità intorno all’area di San Siro (50% per le auto) all’incongruità della rata annuale (2,7 milioni di euro) proposta dai club in cambio della concessione del diritto di superficie per 90 anni dell’area di 281 mila mq. Non a caso Palazzo Marino chiede una revisione del Piano economico-finanziario. Il costo per la trasformazione del Meazza in distretto sportivo, infine, è di 79,9 milioni di euro.