"I ragazzi di Rogoredo si sono spostati. Stazionano di giorno lungo i binari e vanno a dormire di sera sotto i viadotti della tangenziale e a San Donato Milanese. Gli incidenti coni treni sono frequenti: un giovane mi ha raccontato che sono state travolte dai convogli dodici persone negli ultimi anni". A dirlo è Simone Feder (nella foto), coordinatore dell’area Giovani e dipendenze della comunità Casa del Giovane di Pavia (con un centinaio di posti riservati alle dipendenze), che da 5 anni il mercoledì sera si reca a Rogoredo con la sua squadra di volontari, anche addentrandosi in zone impervie, per "agganciare" i tossicodipendenti e indirizzarli verso il recupero. "Ne incrociamo anche ottanta di sera", fa sapere. I volontari portano acqua, cibo (anche hamburger tramite un accordo con McDonald’s) e libri che arrivano da tutta Italia per l’iniziativa "Dona un libro al bosco", di cui sono benefattori anche Liliana Segre e Roberto Mancini.
Dottor Feder qual è la situazione a Rogoredo?
"Non ho belle notizie. Mi hanno appena chiamato due madri perché rintracciassi i loro figli a Rogoredo. Una settimana fa, ho intercettato una madre italiana di 32 anni, con due bambini di 4 e 6 anni, in cerca di droga. Un’altra ragazza, invece, continuava a vomitare. Abbiamo insistito perché facesse il test di gravidanza e così abbiamo scoperto che era incinta. Io avverto nei ragazzi non più solo malessere, ma un’enorme disperazione".
Che fare?
"Gli irrecuperabili non esistono, ma le modalità con cui operano i servizi dovrebbero cambiare. Non dobbiamo aspettare i ragazzi, ma venirli a prendere".
Cosa pensa della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis?
"Credo che l’agenda politica dovrebbe concentrarsi su altro. Non è questione di essere moralisti, ma la priorità dovrebbe essere affrontare l’emergenza del mondo odierno: l’enorme disagio tra i giovani. Che li sta travolgendo". Annamaria Lazzari
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