No Vax, colloqui rinviati ad hoc. E bimbi in lista d’attesa da tagesmutter e agrinidi

Viaggio fra chi cerca di schivare l’obbligo vaccinale

No Vax

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Milano, 20 dicembre 2017 - «ll nostro è un gruppo gioco, non un asilo. Quindi non chiediamo le certificazioni vaccinali», così rispondono da un’associazione culturale dell’hinterland, che opera tuttavia come un vero e proprio asilo privato, con una tariffa di 450 euro mensili per la fascia oraria 8-16. Quest’anno gli iscritti sono 15, per l’anno prossimo c’è una lista d’attesa. Tra asili nel bosco, homeschooling, gruppi di gioco e Tagesmutter c’è l’imbarazzo della scelta nella galassia di percorsi scolastici alternativi agli asili convenzionali che negli ultimi anni sono nati a Milano. Realtà che quest’anno sono state prese d’assalto dai genitori contrari all’obbligo vaccinale.

La legge Lorenzin prevede che tutti i bambini, non solo quelli che frequentano gli asili statali e privati, vengano vaccinati, ma alcune di queste realtà alternative organizzate in forma di coop o associazioni approfittano dei minori controlli per accettare anche bambini non vaccinati. I più noti sono gli asili nel bosco, agriasili e agrinidi, associazioni o cooperative che puntano sulle attività svolte all’aria aperta e nel verde. Tra città e hinterland le realtà di questo tipo sono quattro e la metà accoglie anche bambini non vaccinati. Alcuni genitori si stanno organizzando per farne sorgere di nuove a partire dall’anno prossimo. I costi mensili, sotto forma di donazione, arrivano a 500 euro.

Situazione simile per le Tagesmutter, asili nido familiari autogestiti dalle mamme in casa propria e organizzati in rete da cooperative. Ogni mamma non ospita più di 5 bambini e i costi vanno da 3,50 a 7 euro l’ora. «Le famiglie coinvolte, mai più di cinque, sono legate in un’associazione, quindi possono scegliere in autonomia le proprie regole – spiega una di queste mamme –. Sono poche le Tagesmutter che chiedono l’obbligo vaccinale. Io lo faccio e quest’anno sono stata costrette a rifiutare 5 bambini». «Ogni Ats – continua – si è mossa a suo modo, quella dell’Insubria ha mandato una lettera alle Tagesmutter segnalando l’obbligo di richiedere il certificato vaccinale. Una responsabile dell’Ats milanese mi ha detto che loro non hanno ricevuto ancora disposizioni in merito ai controlli». Dagli istituti paritari steineriani, cui qualcuno sui gruppi Facebook no vax consiglia di rivolgersi, fanno sapere che anche loro si sono dovuti adeguare: «In quest’anno di transizione siamo venuti incontro ai genitori, andando i più lenti possibili con le richieste delle certificazioni, ma per l’anno prossimo dovremo adeguarci alla legge».

«Lo Stato non mette a disposizione asili no vax. E se li costruissimo noi?». L’idea che circola nei gruppi antivaccinisti di unirsi per realizzare scuole alternative non è di semplice realizzazione e quest’anno molti dei progetti che i genitori hanno tentato di avviare in proprio sono falliti. Tra i problemi anche il poco tempo a disposizione tra l’approvazione del decreto e l’inizio dell’anno scolastico.

PPer diventare Tagesmutter riconosciute, infatti, non basta un accordo tra privati ma servono un percorso formativo di 250 ore e spazi adeguati. Ancor più lungo l’iter per creare un Asilo nel bosco. Sui social i no vax si augurano di realizzare per l’anno prossimo nuovi asili nel bosco o associazioni educative che eludano eventuali controlli dell’Ats. Mentre chi ha presentato a scuola la prenotazione delle vaccinazioni mancanti con l’intenzione di perdere tempo e mandare comunque i figli in classe spera in contrattempi che posticipino l’ultima scadenza fissata dal decreto, quella del 10 marzo 2018. C’è anche chi, questi contrattempi, propone di crearli: qualcuno consiglia di fissare numerosi colloqui informativi all’Asl senza mai presentarsi, e qualcun altro fa girare una lista di 16 domande e risposte pseudo-scientifiche da sottoporre ai medici dell’Asl pretendendo risposte.

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