MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Sala incontra il sindaco di Lione: "No Tav? L’Italia rischia la serie B"

Il collega transalpino: "Spero che i rapporti Italia-Francia tornino sereni. Toninelli venga a Lione"

Da sinistra il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il “collega” di Lione Géerard Collomb (Newpress)

Milano, 22 febbraio 2019 - «Il no alla Tav Torino-Lione? L’Italia rischia di finire nella serie B europea, la serie B della crescita e della credibilità. Se andremo a finire anche nella serie B dei finanziamenti europei, avremo compiuto un miracolo al contrario. Milano e il nostro territorio, invece, vogliono giocare in serie A e vincere lo scudetto». Il sindaco Giuseppe Sala invita il sindaco di Lione Gérard Collomb a Palazzo Marino e usa una metafora calcistica per ribadire il suo «sì» senza se e senza ma alla linea ad alta velocità Torino-Lione. Anzi, per il primo cittadino milanese «la Tav non è solo Torino-Lione, io la vedo come Milano-Torino-Lione-Parigi. Il sogno di arrivare in quatto ore e mezzo da Milano a Parigi è realizzabile. In più l’Italia è un Paese produttore ed esportatore. Il no alla Tav è una follia».

Sala attacca frontalmente il Governo grillin-leghista, con toni un po’ da capo dell’opposizione di centrosinistra, un po’ da ministro-ombra degli Esteri. Non a caso il sindaco di Milano indica due obiettivi per l’incontro italo-francese convocato ieri mattina nella Sala Alessi della sede del Comune. Il primo, certo, è «riportare il dibattito sulla Tav alla concretezza», mentre il secondo è «rasserenare i rapporti tra Italia e Francia». Il primo cittadino Collomb gli fa sponda, auspica che «i rapporti tra Italia e Francia, ora in crisi permanente, tornino alla normalità», invita il ministro italiano dei Trasporti Danilo Toninelli «a venire a Lione o a Parigi, perché la Tav non è una questione locale, ma europea.

Le due grandi potenze sono Stati Uniti e Cina, l’Europa non vuole essere marginalizzata». Collomb, alla fine, si dice convinto che «la Tav si farà, perché in Italia la maggior parte dell’opinione pubblica mi sembra favorevole alla sua realizzazione». Sala non è così convinto, anzi si dichiara «meravigliato di come si possa rischiare di perdere questa opportunità sull’altare delle elezioni europee. Quindici giorni fa sono stato a colloquio con la commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, che mi ha detto: “Se non volete i fondi per la Tav c’è una lunga fila di altri progetti da finanziare’’». L’Italia rischia di perdere il treno della crescita, fa capire il numero uno di Palazzo Marino. E quando qualcuno gli fa notare che il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini continua a ripetere che la Tav si deve fare, Sala sbotta: «È il gioco delle parti, è l’alibi migliore al mondo per questo Governo. Con la scusa che sono gli altri, i Cinque Stelle, che non vogliono la Tav, l’Italia è paralizzata». Non è finita. «L’analisi dei costi-benefici da parte del Governo è una presa in giro, una scusa penosa: cinque dei sei membri della Commissione si erano già espressi prima contro la Tav».

Il sindaco sa che Milano, da sola, può fare poco per fare realizzare l’opera, ma sottolinea che iniziative come quella di ieri possono «attivare il buon senso e i sistemi produttivi e commerciali. Siamo ancora in tempo. Non do per finita la partita Tav. Spero che tutto il Nord si mobiliti. Al di là delle Europee, una prova del nove saranno le Regionali in Piemonte». Ancora toni da capo dell’opposizione. Ma Sala si schermisce: «Non mettetemi addosso queste etichette. Io penso al bene di Milano. L’incontro di oggi (ieri, ndr) è un atto di opposizione».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net