Niente sequestro per Genovese: i pm volevano bloccargli 4 milioni

Respinta la richiesta della Procura che accusa il “mago delle start-up” anche di evasione fiscale

Alberto Genovese, 43 anni, è in carcere con l’accusa di violenza s

Alberto Genovese, 43 anni, è in carcere con l’accusa di violenza s

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Milano, 20 aprile 2021 -  Niente sequestro. La Procura puntava ad bloccare preventivamente oltre 4,3 milioni di euro per evasione fiscale a carico dell’imprenditore del web Alberto Genovese, finito in carcere il 6 novembre con l’accusa di aver stordito con un mix di droghe e di aver violentato due giovani, tra il capoluogo lombardo e Ibiza. Istanza che però ieri è stata respinta dal gip Tommaso Perna. La richiesta era stata avanzata nel filone di indagini, aperto già da mesi, riguardante o le movimentazioni finanziarie dell’ex mago delle start up, difeso dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari. A quanto si è saputo, l’istanza di sequestro, da un lato, vedeva al centro una presunta evasione su redditi da lavoro, riferiti al suo ruolo dell’epoca in Facile.it Holdco Limited, che Genovese avrebbe dichiarato, invece, come redditi da capitale. Questo capitolo riguardava, in particolare, strumenti finanziari "warrant" (convertibili in azioni) e gli accertamenti si basavano anche su alcune e-mail acquisite nelle indagini.

Dall’altro lato, l’imprenditore è stato accusato pure per una presunta evasione (3,7 milioni contestati dall’Agenzia delle Entrate, ma con cifra poi ridotta dagli inquirenti) sulla liquidazione di alcune partecipazioni in Facile.it (società di cui fu fondatore) realizzata, secondo i pm, attraverso lo schermo di una delle sue società, la holding Auliv, su cui erano confluite le stesse partecipazioni. Su questo fronte gli investigatori della Guardia di Finanza hanno analizzato alcune chat dalle quali sarebbe emerso, per l’accusa, che l’ex bocconiano aveva creato ‘ad hoc’ quella società per motivi di risparmio fiscale. Nel 2018, poi, risulta che Genovese avrebbe dichiarato soltanto circa 30mila euro lordi.

Il giudice, tuttavia, ha bocciato su tutta la linea la richiesta di congelare quei 4,39 milioni. Da quanto si è appreso, in relazione a entrambi i fatti contestati, secondo il giudice, l’imprenditore non avrebbe usato strumenti per evadere il fisco e, in particolare, la sua holding avrebbe detenuto regolarmente quelle partecipazioni finanziarie. La Procura ora avrà la possibilità di ricorrere al Riesame contro il no del giudice per le indagini preliminari.  

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