Dal parto a Cagliari all'operazione a Milano: Matilda, nata due volte in tre giorni

Una neonata, affetta da una rara cardiopatia congenita, è stata salvata con intervento al Policlinico San Donato: "Un vero miracolo"

L’équipe del policlinico di San Donato è specializzata nei casi di anomalie congenite al sistema cardiaco e circolatorio dei più piccoli

L’équipe del policlinico di San Donato è specializzata nei casi di anomalie congenite al sistema cardiaco e circolatorio dei più piccoli

Milano, 6 gennaio 2019 - Grazie a un intervento d’urgenza al Policlinico San Donato, una neonata di soli tre giorni, affetta da una rara cardiopatia congenita e destinata quindi alla morte nel giro di pochissimo tempo, è stata salvata e ora potrà avere un’aspettativa di vita pari a quella dei suoi coetanei. È una storia a lieto fine quella di Matilde, nata la vigilia di Natale all’ospedale di Cagliari da una coppia del posto e trasferita a San Donato Milanese il 27 dicembre con un volo dell’areonautica militare messo a disposizione per le emergenze sanitarie.

Nei giorni successivi alla nascita, infatti, si è scoperto che la piccola aveva una pesante malformazione cardio-circolatoria e necessitava di un intervento in un centro specializzato. «Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo provato, quando abbiamo saputo che la situazione era così grave. La gioia per la nascita si è trasformata in un incubo. Ho iniziato a piangere e pregare, ero disperato». È il racconto del papà, Carlo Caria, pizzaiolo di 29 anni. La mamma, Roberta Sitzia, 39 anni, cassiera in una mensa universitaria, non ha avuto nemmeno il tempo di riprendersi dal parto e ha dovuto affrontare una sfida più impegnativa: «Siamo saliti sull’aereo militare con la mente in subbuglio. Non so dire da quanto tempo non mangiavamo e non dormivamo – dice –. Siamo credenti, perciò abbiamo continuato a pregare. Cercavamo di sostenerci l’un l’altro». A San Donato Milanese Matilde è stata subito visitata e messa nelle mani di uno dei medici del Policlinico, Andrea Quarti.

«La piccola presentava una persistenza del quinto arco aortico, un’anomalia molto particolare. In sostanza, il sangue affluiva al cervello e agli arti superiori, ma non alla zona addominale. Senza un intervento tempestivo, sarebbe andata incontro al decesso – spiega il cardiochirurgo –. Ho deciso di procedere subito con l’operazione, tanto più che la bambina era in buone condizioni». Dopo due ore di sala operatoria, ecco la buona notizia: la piccola aveva superato l’intervento. Ma la prognosi era ancora riservata. «Ci siamo sentiti più sollevati, ma non al sicuro – ricorda il papà –. Il post operatorio è una fase delicata. Io cercavo dentro di me delle tecniche mentali per affrontare il carico emotivo». La neonata è rimasta due giorni in terapia intensiva, quindi è stata trasferita nel reparto di cardiochirurgia pediatrica. Fuori pericolo, ieri ha fatto ritorno in Sardegna coi genitori. «Un miracolo – dicono Carlo e Roberta –. Matilde ha dimostrato di essere una guerriera, com’è nel significato del suo nome. Sul corpo porta la cicatrice della vittoria». Gli esperti confermano che ora la bambina potrà una vita serena.

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