
Elena
D’Incerti*
È vero che manca più di un mese, ma tutti gli attori di quel grande evento annuale che è l’Esame di Stato non sembrano agitati. Alla maturità tornano, dopo l’era Covid, i due scritti: quello di Italiano, uguale per tutti gli indirizzi, era abbastanza scontato e sarà una prova nazionale; sul secondo – relativo alle materie di indirizzo - si è invece discusso per mesi: era opportuno inserirlo? Alla fine ha prevalso la linea tradizionalista, anche se per mitigarne le difficoltà si tratterà di una prova scelta dalle singole commissioni e varrà solo 10 punti su 100. Tanto che il ministro Bianchi ha detto, in uno slancio di entusiasmo forse eccessivo, che anche chi dovesse fare male questa prova potrà uscire col massimo dei voti. Quanto al tema, si spera in qualche argomento di vera attualità, vista l’enormità dei fatti che hanno investito il pianeta mentre noi facevano un esame in forma alleggerita. Personalmente mi auguro che per l’analisi del testo la scelta ricada coraggiosamente su un autore mai proposto o, perché no, finalmente su un’autrice. Il colloquio prenderà avvio ancora da materiali scelti dalla commissione (ormai rigorosamente interna): parole d’ordine ‘multidisciplinarità’ e “rielaborazione critica”. Tra le materie del colloquio dovrà esserci anche l’Educazione Civica e si finirà con una relazione, orale o multimediale, dell’esperienza di Pcto. Dopo i due anni di dad e le tante proteste che hanno accompagnato le esperienze di lavoro e stage degli studenti, l’alternanza scuola lavoro sembra passare un po’ in secondo piano, almeno nei licei. Continua l’obbligo della compilazione del Curriculum dello studente: è uno strumento di apertura al mondo che attende i ragazzi dopo l’estate, ma non è stato ancora sufficientemente valorizzato. Tra le preoccupazioni attese, ancora il Covid: in caso di positività dei candidati, si passerà alla sessione suppletiva, sperando che rimanga comunque un’eccezione. L’impressione è che questa formula dell’esame, non più emergenziale come nelle scorse edizioni ma neanche uguale a quella del 2019, si collochi in una sorta di interregno tra la maturità ‘tradizionale’ e un esame che il ministro Bianchi ha detto nei mesi scorsi di avere messo in cantiere. Nell’attesa di novità strutturali, il 22 giugno si comincia: come da copione, lunghe file di banchi nei corridoi fuori dalle aule.
* Docente liceo Beccaria