ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Nella villa sequestrata alla mafia co-housing per le persone fragili

La dimora sarà ristrutturata e destinata a chi vive una situazione di emergenza abitativa

di Roberta Rampini

Sequestrata alla criminalità organizzata, assegnata al Comune di Settimo Milanese, la villa di via Stephenson 10 diventerà uno spazio di co-housing sociale destinato all’accoglienza temporanea e all’accompagnamento all’autonomia di persone fragili, come padri separati, studenti fuori sede, coppie o famiglie che vivono una situazione di emergenza abitativa. Il progetto di recupero è stato inserito tra quelli che riceveranno contributi economici da Regione Lombardia: 19 i partecipanti al Bando in 14 Comuni lombardi.

"È un progetto che parte da lontano, quando è entrato nella disponibilità dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati abbiamo presentato la nostra manifestazione d’interesse, ci è stato assegnato ed è stato inserito tra i beni di proprietà comunale – dichiara la sindaca Sara Santagostino – prima di decidere la destinazione della villa abbiamo fatto un’analisi dei bisogni sociali sul nostro territorio e abbiamo deciso di creare spazi per il sociale e le fragilità. Si tratta di un intervento di circa 500mila euro e siamo contenti che la Regione abbia deciso di sostenerlo co-finanziando la nostra idea con un contributo di 150mila euro. Nel frattempo abbiamo individuato un partner privato con il quale condividere la progettazione e soprattutto la gestione, si tratta della cooperativa Spazio Aperto".

L’immobile, che veniva chiamato Villa Maria, era appartenuto alla famiglia Lampada, dopo l’acquisizione al patrimonio comunale sono stati fatti alcuni interventi di manutenzione esterna e del giardino, ora dopo l’approvazione del provvedimento della Regione e l’assegnazione del contributo, il Comune avvierà la fase di affidamento dei lavori per la ristrutturazione interna: saranno realizzati quattro stanze e due appartamenti di piccole dimensioni che consentiranno l’accoglienza temporanea di persone che vivono una situazione di fragilità, con momenti di inclusione attraverso gli spazi comuni, come la sala da pranzo e un salone.