Negozi chiusi la domenica? "Fallo ad Avellino". Battute al vetriolo fra Sala e Di Maio

Battute al vetriolo fra Sala e Di Maio sugli orari domenicali

Il sindaco Beppe Sala

Il sindaco Beppe Sala

Milano, 11 novembre 2018 - Uno scontro frontale fra Giuseppe Sala e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che parte all’università Bicocca e prosegue sul campo di battaglia virtuale dei social, con Matteo Salvini che corre in difesa dell’alleato di Governo. Al centro della bagarre la stretta sulle aperture domenicali di negozi ed esercizi pubblici, annunciata nelle scorse settimane dal leader del Movimento 5 Stelle. Giuseppe Sala, ieri mattina ospite di un convegno sul “lavoro al femminile” nell’ateneo, interviene a gamba tesa: «Se lo vogliono fare in provincia di Avellino (città natale di Luigi Di Maio, ndr) lo facciano, ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche, non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti».

E definisce «una follia» la proposta del ministro del Lavoro. Poi, a margine dell’inaugurazione della biblioteca all’aperto nel giardino Bruno Munari in zona Isola, dedicato alla memoria della fondatrice della cooperativa sociale UrOburo Fiorenza Roveda, chiarisce che quella sulla città di Avellino «era una battuta, anche se dietro ci sta tanta verità». Parole che, però, non sono piaciute al sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi (M5s), che definisce una «caduta di stile» l’intervento di Sala. «Dovrebbe riflettere meglio prima di parlare - scrive su Fb - visto che la misura è nazionale». Anche la replica del ministro del Lavoro arriva via social: «Per il sindaco di Milano i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!». E il botta e risposta prosegue con un nuovo affondo di Sala: «Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi “fighetto”».

Si getta nella mischia anche il leader della Lega Matteo Salvini, che attacca Sala («irrispettoso» e «radical chic da salotto buono milanese») e difende Di Maio. «Se fossi il sindaco più che di occuparmi del Governo e di Avellino - spiega - mi occuperei di alcune zone della mia città assolutamente fuori controllo». La capogruppo M5s a Palazzo Marino, Patrizia Bedori, chiede al sindaco di «fare un bagno di umiltà». Poi il sottosegretario M5s Carlo Sibilia, avellinese, ironicamente invita Sala nella sua città a «festeggiare insieme quando la legge sulle chiusure domenicali sarà approvata». Sala incassa invece la solidarietà dell’eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu. «Per Di Maio e i Cinque Stelle - afferma - da Milano è arrivata l’ennesima porta sbattuta in faccia».

Interviene anche il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri. Interpellato dall’agenzia Mianews, sostiene che Milano «deve essere una città aperta». Mentre il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini, critica Sala («Ha usato le parole sbagliate») e lo invita a «venire con noi e ad accertarsi delle reali condizioni di lavoro». Si fa portavoce del Sud, infine, il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, «indignato come meridionale per le parole a vanvera e poco dignitose». In serata Sala interviene su Rai 3 e ribadisce i concetti. «Mi scuso con gli avellinesi - sottolinea - ma mi riferivo a Di Maio. Io fighetto? Sono fieramente borghese, ma di una borghesia che si fa un mazzo così e non vive di rendita».

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