Navigli, il sindaco studia il piano B: débat public al posto del referendum

Sala: niente consultazione con l’election day? Cittadini da ascoltare

Una delle ipotesi per la riapertura  di alcuni tratti del Naviglio

Una delle ipotesi per la riapertura di alcuni tratti del Naviglio

Milano, 2 gennaio 2018 - Lavoroambiente, ma non solo. Tra le parole d’ordine del sindaco Giuseppe Sala per il 2018 c’è anche «Navigli», anzi, per meglio dire, il progetto comunale di riapertura di cinque tratti delle vie d’acqua milanesi. Il primo cittadino ne ha parlato ieri mattina a margine della cerimonia delle cinque bande musicali (Civica, Martinitt, Crescenzago, Polizia locale e d’Affori) che hanno suonato per dare il «Buon Anno» al sindaco e ai numerosi cittadini accorsi nel cortile di Palazzo Marino. L'idea di abbinare la consultazione comunale sui Navigli con il probabile election day Politiche-Regionali è ormai sfumata: Palazzo Marino non ha mai ricevuto risposta dal ministero dell’Interno. Che fare? Sala ha un piano B? «Il piano B è fare una specie di débat public, trovare una formula per consultare i cittadini – risponde il sindaco –. Io ci tengo perché il progetto è ambizioso e porta a un futuro che riprende la tradizione. Tutti i lavori, però, creano anche degli impicci in città, quindi voglio realizzare il progetto con i tempi giusti e le modalità giuste, ma ascoltando l’opinione dei cittadini».

L’obiettivo del Comune – annunciato già lo scorso luglio dal primo cittadino – è realizzare il progetto di riapertura dei Navigli sfruttando i cantieri della M4 che si dovrebbero chiudere entro il 2022. Ma Sala vuole un via libera dei milanesi prima di avviare i lavori per le vie d’acqua. Le altre parole d’ordine del sindaco per l’anno appena arrivato? «Prendo spunto dal discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dico “lavoro’’ – sottolinea Sala –. Lavoro è un’ottima parola d’ordine, lavoro per chi non ce l’ha, lavoro per ricordare che magari meno chiacchiere e più lavoro è un concetto molto milanese, lavoro perché il futuro si costruisce da lì». Il numero uno di Palazzo Marino, incalzato sul tema, fa notare che sul fronte del lavoro la situazione dell’Italia e quella di Milano è differente: «Milano è molto più avanti, ha una disoccupazione bassa e tanta occupazione femminile, ma ci sono ancora grandi problemi: ad esempio la disoccupazione giovanile».

Il sindaco, subito dopo, allarga il discorso: «A me il concetto di “Milano locomotiva dell’Italia’’ non convince molto perché può esserlo ma bisogna fare delle cose perché lo diventi seriamente. Il gap che in questo momento si sta creando tra Milano e il resto dell’Italia non è una cosa positiva. Milano può guidare, ma le vanno dati gli strumenti e bisogna che il nostro Paese ci creda». Un richiamo al Governo, a quello ancora in carica e a quello che verrà dopo le elezioni politiche di marzo. L'ultima parola d’ordine è «ambiente». Sala non ha mai nascosto che il Comune deve fare di più per ridurre l’inquinamento in città. Sì, perché oggi, dopo due giorni consecutivi di Pm10 sotto il limite consentito di 50 microgrammi per metro cubo, il blocco dei veicoli più inquinanti è stato revocato. Ma il problema smog è tutt’altro che risolto. E il sindaco lo sa molto bene.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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