Museo Ikea, nella patria del design democratico c’è anche la bellezza di Milano

Viaggio nel museo svedese di Ikea. Ricco di contaminazioni italiane

Il fondatore Ikea Ingvar Kamprad uno degli uomini più ricchi del mondo

Il fondatore Ikea Ingvar Kamprad uno degli uomini più ricchi del mondo

Milano, 16 luglio 2017 - "Creare una vita quotidiana migliore e più bella per la maggioranza delle persone": l’essenza dell’estetica democratica, ma anche la sublimazione massima del concetto di design, che si ha con la trasformazione di un oggetto in stile di vita. Un mobile può essere bello e anche low-cost e la bellezza aiuta a vivere meglio, se si vuole sintetizzare all’estremo la filosofia innovativa di Ingvar Kamprad, il fondatore di Ikea. Un successo planetario che ha cambiato i costumi e la storia quotidiana dell’abitare di chiunque. Solo il catalogo aziendale, con i suoi quasi 170 milioni di copie, tradotto in 24 lingue, pare sia uno dei testi più consultati al mondo. Ma pochi sanno che dietro il successo di un genio come Kamprad c’è anche un po’ di Milano. Si narra che sia stato il design italiano degli anni Cinquanta, bello ma troppo costoso, esposto al Salone del Mobile, a ispirare il fondatore di Ikea nella creazione di una "bellezza democratica". E siccome Ikea è stata un’avanguardia creativa, oggi quasi come opere di arte moderna e contemporanea gli oggetti cult sono esposti nel primo museo Ikea ad Älmhult, in Svezia. Proprio lì dove Kamprad è nato e vive oggi, a 91 anni.

Lo spazio ospita una mostra permanente suddivisa in tre sezioni e una mostra temporanea, che mette insieme un mix di memoria e futuro. Ventimila oggetti che raccontano una storia e una quotidianità che è di tutti. Come si viveva e come si vive la cucina, o il soggiorno, che oggi è diventato living polifunzionale. Nel museo si raccontano anche i primi passi di Ingvar, che nel 1943, a 17 anni, registra il suo marchio e inizia a vendere porta a porta fiammiferi, pipe, penne e generi alimentari. Per una diffusione più capillare ha una idea: si accorda con i lattai che ogni giorno porteranno nelle case, anche le più sperdute (e ad Almuth non è difficile che lo siano) il latte e piccoli mobili facili da montare. Così nasce la fortuna di Kamprad. Dall’intuizione di portare a tutti ciò che serviva, cose belle e a poco prezzo. Un modo di fare economia risparmiando. La libreria Billy, il divano Klippan, i tavolini Lack, quasi ogni famiglia ne possiede almeno uno, come le auto o i computer. Ancora al museo, lungo una rotaia circolare, scorrono pannelli con le immagini dei prodotti di successo, mentre sulle pareti una serie di dischetti segna la progressione dei punti vendita nel mondo. Nell’89 il primo negozio italiano, a Cinisello Balsamo. In tutto il mondo ora sono 385.

Per il settore “global”, invece, una sezione dedicata alle "storie", dove si ricostruiscono le ambientazioni domestiche dalle istantanee inviate dai clienti di tutti il mondo. Ma il punto di forza è che Ikea è stata un’avanguardia negli anni Cinquanta e lo è ancora oggi. Basta visitare l’Ikea of Sweden, il motore, il centro di ricerca e sviluppo dove vengono progettati e nascono circa 9.500 prodotti l’anno. Il luogo in cui si pensa, si progetta e si sperimenta. Il futuro parla in 3D e, per volere anticipare una innovazione a portata di mano, anzi una rivoluzione, nella falegnameria dell’Ikea of Sweden si stanno progettando i mobili che si monteranno senza bulloni, semplicemente ad incastro. E la brugola è già diventata un oggetto di archeologia, esposta appunto al museo. Il polo di design svedese impiega 4.700 persone provenienti da 50 Paesi nel mondo. Multiculturalità e integrazione. E si lavora in enormi open space, non esistono postazioni fisse, laptop su divani allegri e coloratissimi. Lavorare è anche uno scambio di idee tra colleghi di nazionalità diversa che bevono un caffè o mangiano una di quelle deliziose ciambelle con la glassa rosa che si trovano negli angoli degli spazi dedicati alla creatività. Servono zuccheri per pensare. E per la creatività Ikea Sweden si appoggia anche allo spazio 10 di Copenhagen. Un altro luogo di pensiero in cui i 10 creativi progettano piccole cose innovative di uso comune.

Il presente e il futuro di Ikea parla soprattutto di sostenibilità. «A partire dalla casa di tutti possiamo fare la nostra parte per l’ambiente», dice Stefano Brown, Sustainability manager Italia. E così si utilizza legno certificato per il 61 per cento della produzione, si acquistano 150 mila tonnellate di cotone proveniente da fonti sostenibili. "Come obiettivo abbiamo anche il risparmio energetico. Sull’energia rinnovabile, l’attenzione è massima: nel 2018 i nostri negozi italiani venderanno pannelli solari fotovoltaici - spiega Belen Frau, amministratore delegato Ikea Italia - stiamo lavorando per offirli a prezzi competitivi e consentire acquisti piu economici ai nostri clienti".

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