Via del Turchino, il murale che dà voce agli abitanti

L'opera degli artisti Said Dokins e SpY, raccoglie i pensieri dei residenti in una gigantesca scritta: "Ama"

Street art, orti e ospitalità solidale per riqualificare il quartiere (NewPress)

Street art, orti e ospitalità solidale per riqualificare il quartiere (NewPress)

Milano, 27 agosto 2019 - Per vedere il bello bisogna saper guardare da lontano e da vicino, trovando ogni volta la giusta distanza. Può essere letto così il messaggio scritto sulle facciate delle case popolari di via del Turchino: «Ama», imperativo del verbo amare. Un’esortazione. Un invito a cominciare da qui, perché poi verrà tutto il resto. Per vedere il murale per intero, che si sviluppa in sequenza su tre facciate, occorre spostarsi un po’, andare alla giusta distanza appunto, cambiare prospettiva. Ma non basta. Perché poi è necessario avvicinarsi, scavare il muro con gli occhi per scoprire tutte le parole e le frasi che compongono lo sfondo: resilienza, fiore. Milano – una scritta blu – non ha il mare ma il cielo del colore delle case. È il progetto di riqualificazione urbana “Bloop Experience”, tra i vincitori del Bando alle periferie 2018 del Comune, realizzato lo scorso marzo dagli artisti Said Dokins, messicano, e SpY, spagnolo. L’imperativo e tutte le parole sono frutto delle idee degli abitanti. Così ora colori e idee si mescolano sui muri. Una bellezza visibile, per contrastare la scia di immondizia e il degrado segnalato dagli abitanti. Ma di luci ce ne sono anche altre: il ritorno dei custodi nelle portinerie, per esempio. Pure gli sgomberi che negli anni scorsi hanno eliminato occupazioni abusive definite «problematiche».

Poi un progetto in corso, «Ospitalità solidale», che consiste nell’assegnazione di alcuni alloggi arredati e ristrutturati a giovani tra i 18 e i 30 anni con un reddito mensile non superiore a 1.500 euro: pagano un affitto calmierato e in cambio dedicano almeno 10 ore al mese come volontari per attività sociali. Tredici di questi appartamenti, tra i 23 e i 24 metri quadrati circa, sono nel caseggiato popolare di via del Turchino. Il progetto è coordinato da Dar=Casa, Società cooperativa sociale Comunità Progetto e Arci Milano. «Ospitalità solidale, il murale, ma anche i cortili riqualificati, così come gli appartamenti sfitti ristrutturati in vista di nuove assegnazioni – elenca Simonetta D’Amico, presidente della commissione Casa del Comune – rappresentano il cambiamento del quartiere. C’è da lavorare ancora, in particolare al civico 20, per sradicare situazioni d’illegalità, e anche controllando la situazione di bar e mini market della zona». Il bello, spostandosi di pochi metri, è anche negli orti ricavati all’interno del Parco Alessandrini. I coltivatori urbani non si riposano neppure ad agosto, anche se i numeri si riducono: «Ho piantato cavolfiori, verze, broccoli e cavoli, che cresceranno in autunno. Adesso sto finendo la raccolta dei pomodori», racconta Sergio Cecchetto, pensionato di 71 anni residente in via del Turchino. «Nella vita – continua – ho fatto un po’ di tutto. Dai lavori nelle officine all’autotrasportatore. Pure l’idraulico». Adesso, la sua vacanza è nel suo orto. Nella Milano d’agosto.

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