Milano, multa 'fantasma': paga il Comune

Verbale notificato all’indirizzo sbagliato. Palazzo Marino condannato a rimborsare spese per mille euro

Un agente della Polizia locale multa un’auto in sosta vietata

Un agente della Polizia locale multa un’auto in sosta vietata

Milano, 9 gennaio 2020 - La multa con il verbale della polizia locale di Milano è stata inviata all’indirizzo di un’abitazione dove l’automobilista non vive più dal 2007, perdendosi nel nulla. Quando ha ricevuto l’ingiunzione di pagamento “lievitata” fino a 892 euro, per una sanzione in realtà mai notificata dopo una infrazione al codice della strada, l’uomo ha dato battaglia. E il giudice di pace ha accolto il suo ricorso, annullando l’ingiunzione e condannando il Comune di Milano a rimborsargli circa mille euro di spese, tra cui 800 euro di spese legali. "L’amministrazione ha preferito resistere in giudizio anziché annullare la multa in autotutela e ha preso una condanna che alla fine ricade sulla collettività", spiega Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano, associazione che ha assistito l’automobilista.

«È l’ennesima dimostrazione che alla fine è il cittadino sia direttamente che indirettamente a pagare le spese delle lacune della pubblica amministrazione - prosegue -. Combattere gli spechi e accendere un riflettore su alcuni costi sociali che ha la macchina burocratica deve essere un tema centrale anche per il rilancio del paese". Lacune che, in questo caso, sono consistite nella mancata notifica del verbale. La multa, come emerge dalla sentenza del giudice di pace, sarebbe stata inviata tra marzo e luglio 2015 a San Zenone al Lambro, paese nel Milanese dove però l’uomo non viveva più da otto anni. L’automobilista, infatti, nel 2007 aveva trasferito la propria residenza a Castiraga Vidardo, in provincia di Lodi, per poi spostarsi nuovamente, nel 2014, a Bresso. E la sanzione si è persa nei meandri della burocrazia fino a quando, anni dopo, è arrivata l’ingiunzione di pagamento “lievitata“ per la maggiorazione dell’importo da versare alle casse comunali. Nel ricorso l’uomo, assistito dall’avvocato Maria Rosaria Brancaccio, ha contestato proprio la mancata notifica iniziale della sanzione, nonostante avesse registrato regolarmente il cambio di residenza. La multa, in sostanza, non è mai arrivata a casa. E quindi era impossibile pagarla. Il giudice di pace di Milano, Maria Luisa Spinelli, gli ha dato ragione, dichiarando la "nullità dei verbali, dei quali l’attore non ha effettivamente mai avuto conoscenza", anche sulla scorta di una sentenza del 2010 della Cassazione, chiamata a giudicare sul controverso tema di multe e cartelle esattoriali non notificate.

«In mancanza di valida notificazione dei verbali nel termine di 90 giorni - si legge nella sentenza del giudice di pace - l’obbligo di pagamento della sanzione pecuniaria deve ritenersi estinto e di conseguenza i verbali devono essere annullati, così come la conseguente ingiunzione di pagamento (...) Le spese del giudizio devono essere poste a carico del Comune di Milano". Spese che sono state quantificate in circa mille euro: 125 euro per "esborsi" e 800 euro per "compensi professionali", oltre al "rimborso delle spese generali". Respinta la richiesta dei legali di Palazzo Marino di rigettare il ricorso "in quanto infondato" e confermare l’ingiunzione di pagamento. Un errore di notifica che, quindi, si tradurrà in un conto da pagare per le casse comunali, oltre al mancato incasso della multa.  

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