"La nuova moschea a Milano? Noi abbiamo avuto tanta pazienza. Un’artista molto famosa nel mondo arabo, Stella dell’Oriente (Umm Kulthum, ndr), canta un brano che si intitola: “La pazienza ha un limite“. Anche la nostra". Parole di Mahmoud Asfa, architetto e imam, presidente del Consiglio direttivo della Casa della Cultura Musulmana di via Padova, che ha vinto il bando comunale per realizzare la nuova moschea nell’area degli ex bagni pubblici di via Esterle. Dopo lo scontro in Consiglio comunale di lunedì tra il leghista Samuele Piscina e la vicesindaco Anna Scavuzzo sul nuovo luogo di culto per Milano, Asfa esprime il parere della sua comunità.
Il progetto per la nuova moschea in via Esterle è pronto?
"Sì, abbiamo preparato un progetto di massima e l’abbiamo presentato al Comune. È piaciuto molto. È un progetto degno di Milano. Vogliamo demolire gli ex bagni pubblici degli anni Trenta, un immobile ormai degradato e inagibile, e costruire la moschea ex novo. Ci costerà di più ma è meglio per Milano. Il progetto ci è costato sei mesi di lavoro".
A che punto è l’iter?
"L’Ufficio Tecnico del Comune ci ha detto subito che bisognava verificare la presenza di parcheggi, perché la legge regionale sui luoghi di culto prevede che nel caso di uno spazio come il nostro di 750 metri quadrati di moschea ci sia uno spazio doppio per i parcheggi, dunque 1.500 mq. È un grosso problema che abbiamo risolto progettando un parcheggio sotterraneo di quella grandezza. Ma c’è un secondo problema non ancora risolto".
Quale?
"La deroga da chiedere a Ferrovie dello Stato, perché la moschea di via Esterle sorge a poca distanza dalla linea ferroviaria. Una deroga che ci è stata negata. La moschea è alta 20 metri e ci vuole una distanza di 22 metri (la stessa dimensione più altri due metri) dalla ferrovia. Poi ci è stato detto che un’altra legge prevede una distanza di 30 metri, quindi l’altezza della moschea andrebbe ridimensionata rispetto all’attuale progetto. Ma in quell’area ci sono palazzi attaccati alla ferrovia e che hanno ottenuto la deroga. Perché la nostra moschea no?".
Che risposta si è dato?
"Qualcuno ci vuole mettere a tutti i costi i bastoni tra le ruote".
La Lega ha denunciato lunedì in Consiglio comunale che in via Esterle già ci sono musulmani che pregano nonostante non ci siano le autorizzazioni.
"Noi abbiamo assunto due guardiani per controllare l’immobile da giorno in cui ci è stato consegnato dal Comune, nell’agosto del 2023. Perché eravamo preoccupati che lo stabile venisse nuovamente occupato abusivamente. La vicesindaco, inoltre, ci ha detto di svolgere qualche attività per far vedere che lo spazio non è abbandonato".
"Attività" significa che in via Esterle già si prega?
"No, lì non preghiamo. Ogni tanto una parte della comunità del Bangladesh si riunisce in via Esterle. Ma quando non ci sono queste attività, l’immobile è chiuso. Vorrei aggiungere una cosa".
Prego.
"La nuova moschea non sarà solo un luogo di preghiera ma di aggregazione e di servizi per Milano e hinterland. È un luogo per la città, non contro. Ma proprio in via Esterle la Lega di Salvini ha deciso di aprire una sede del Carroccio. Perché? Vogliono crearci problemi. Ma noi è da 30 anni che chiediamo di avere un luogo degno per la nostra comunità. Per ora siamo costretti ad organizzare la preghiera in sei turni nella nostra attuale sede di via Padova, in cui paghiamo ancora un affitto. Sei turni di preghiera in uno spazio non ci sono in nessun’altra città al mondo. Solo a Milano perché gli spazi disponibili non sono sufficienti. Una situazione insopportabile. Tutte le metropoli del mondo hanno le moschee. Tranne Milano. La legge regionale è una legge anti-moschee. Ma sta creando problemi a tutte le comunità religiose".
Scavuzzo in Consiglio ha parlato di "legge incostituzionale".
"È così. Noi speriamo che questa norma venga smontata".