
Il 19enne Tao Matteo Yang
Milano, 23 agosto 2019 - «Era un bravissimo ragazzo, un ragazzo d’oro. La nostra famiglia è distrutta». Tebin Yang ha visto per l’ultima volta il figlio, Tao Matteo, la mattina di Ferragosto, quando il 19enne è uscito di casa a Milano per andare a Viareggio in compagnia di tre amici. Poche ore dopo il giovane è stato colpito da un malore mentre stava facendo il bagno nella piscina di uno stabilimento nella città toscana. Ed è morto in ospedale dopo giorni di agonia, ennesima vittima in un’estate drammatica per gli incidenti in acqua.
La Procura di Lucca ha aperto un’inchiesta sull’episodio, indagando per l’ipotesi di reato di omicidio colposo la bagnina che a Ferragosto era in servizio a bordo piscina. Un atto dovuto, anche per consentire alla donna responsabile della sorveglianza sui bagnanti la nomina di consulenti in occasione dell’autopsia sulla salma disposta ieri dai pm per accertare le cause della morte. Anche i genitori di Tao Matteo Yang, assistiti dall’avvocato Renato Maturo, hanno nominato un consulente, il medico legale Susanna Gamba. Gli esami verranno eseguiti oggi, poi la salma verrà restituita alla famiglia, che potrà celebrare le esequie.
«Vogliamo che venga fatta chiarezza sulle cause della morte», spiega il padre. Secondo i primi accertamenti, il ragazzo potrebbe essere stato colpito da una congestione in acqua. Si era tuffato, infatti, dopo aver consumato una abbondante merenda a base di anguria, organizzata dal bagno per i clienti. Il gruppo di amici milanesi era arrivato allo stabilimento attorno all’ora di pranzo. Volevano trascorrere una giornata di relax e divertimento ma, poco prima delle 17, è avvenuta la tragedia. Il ragazzo ha perso conoscenza ed è finito con la testa sott’acqua, nell’arco di pochi istanti. I soccorsi sono stati tempestivi, ma il 19enne è arrivato in ospedale in condizioni gravissime. Ed è morto dopo una settimana di agonia e di tentativi disperati di salvargli la vita che si sono rivelati vani. Teo Matteo Yang, nato a Milano da una famiglia originaria della Cina, dopo il diploma aveva deciso di aiutare il padre nella gestione di un ristorante sushi in piazza Bande Nere. Lascia tre fratelli più piccoli, che vedevano in lui un esempio e un punto di riferimento nel loro percorso di crescita. «Siamo sconvolti - racconta il padre Tebin Yang, 48 anni - mio figlio era un gran lavoratore, sempre puntuale e preciso. Era un aiuto per tutta la famiglia, anche per i fratellini. Quando vedeva qualcuno in difficoltà non esitava a dare una mano».
Una famiglia numerosa proveniente dalla Cina, ben integrata nella comunità milanese, colpita dalla tragedia. I genitori, che abitano in viale Legioni Romane, sono stati accanto al ragazzo fino all’ultimo, e la madre si trova ancora a Viareggio. Una volta eseguita l’autopsia la salma verrà trasportata a Milano, dove verranno celebrati i funerali. Sono sconvolti anche gli amici del ragazzo, partiti con lui per una gita sulla riviera toscana che si è rivelata fatale.