REDAZIONE MILANO

"Momo" Moukafih e i 50 col TMax. Ecco chi sgommò in Montenapo

Operazione dei ghisa: perquisiti gli organizzatori del raduno non autorizzato

Il passaggio delle moto in via Santa Margherita nel pomeriggio del 3 novembre scorso Poi il raid in via Monte Napoleone

Il passaggio delle moto in via Santa Margherita nel pomeriggio del 3 novembre scorso Poi il raid in via Monte Napoleone

Quel video ha fatto il giro del web. Decine di scooteroni che sgasano nel boulevard più costoso al mondo, con i taxi fermi ad aspettare le evoluzioni dei centauri e la strada praticamente chiusa al traffico. A meno di cinque mesi dal raduno non autorizzato di una cinquantina di TMax e moto da cross in via Monte Napoleone, preceduto da una sfilata altrettanto abusiva per le vie del centro, gli agenti della polizia locale guidati dal comandante Gianluca Mirabelli hanno chiuso il cerchio, individuando i tre presunti organizzatori della scorribanda domenicale. Mercoledì i ghisa della Squadra interventi speciali del Radiomobile e dell’Unità investigazione e prevenzione si sono presentati a casa di Mohamed Moukafih, in uno stabile di via Boifava, per perquisire l’abitazione e sequestrare il suo motorino e tutti i dispositivi informatici che utilizza abitualmente.

Il nome del ventiquattrenne di origine marocchina, noto sul web come "Momo", era già emerso nel 2023 in un’indagine della Squadra mobile su una maxi rissa andata in scena in via Baroni la notte del 7 aprile: l’inchiesta, che si era conclusa con dodici arresti (Moukafih era finito ai domiciliari), aveva ricostruito una zuffa violentissima all’ombra dei palazzoni popolari del Gratosoglio tra due fazioni contrapposte di Rozzano e Milano. Sconfinamenti di territorio da vendicare in giornata. Inseguimenti e pestaggi. Agguati mascherati da richieste di chiarimenti e pose da duri sui social. Cap di quartiere come segno di riconoscimento e scriteriate evoluzioni sui TMax già viste in epoca Covid per bloccare il traffico e girare un videoclip.

Sì, perché già all’epoca il profilo Instagram dell’allora ventiduenne certificava la sua passione per le manovre spericolate in sella allo scooterone della Yamaha. Due anni dopo, poco o nulla è cambiato: ci sarebbe anche lui dietro il raid su due ruote che a novembre paralizzò prima via Santa Margherita, fermando l’incedere dei tram, e poi Montenapo, costringendo i conducenti di auto bianche ad aspettare impotenti la fine dello "show" improvvisato. L’altro ieri, i vigili hanno bussato anche alla porta dei due complici, un ventunenne bolzanino e un trentenne bolognese, che, come "Momo", dovranno rispondere di interruzione di pubblico servizio, nonché dei "comportamenti contrari alle regole di sicurezza e diligigenza stradale" che misero in pericolo "tutte le altre categorie di utenti della strada". I ghisa sono partiti dall’analisi dei video postati sui social e li hanno confrontati con le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate lungo il percorso.

Così hanno scoperto che i cinquanta motociclisti (molti dei quali non ancora identificati) si sono ritrovati ad Assago e da lì si sono diretti verso via dei Missaglia, la zona abitualmente frequentata da Moukafih e spesso teatro delle sue "bravate". La carovana ha poi proseguito verso il centro, attraversando rumorosamente corso di Porta Ticinese e puntando su piazza Duomo. Quindi, l’occupazione prolungata di via Santa Margherita, a due passi dalla Scala, e l’incursione in Montenapo, con gli smartphone d’ordinanza a riprendere impennate e derapate davanti alle vetrine delle boutique. Infine, la passerella tra corso Venezia e corso Buenos Aires.

Nicola Palma