Il quadro che emerge tratteggia l’identikit di un molestatore seriale, seppur tra gli inevitabili omissis a tutela della privacy delle vittime. Le tre studentesse della Bocconi che lui avrebbe aggredito “nei pochi mesi in cui è stato presente in ateneo” hanno segnalato i comportamenti violenti in “modo autonomo e indipendente tra loro”; e gli alert sono stati ritenuti credibili sia dalla Commissione disciplinare che dal Consiglio accademico di via Sarfatti, che il 28 novembre 2023 ha decretato l’esclusione fino al 30 novembre 2026.
Il diretto interessato, un allievo straniero iscritto nel 2022 al primo anno di “European business and Social law”, si è sempre professato innocente, ma nelle audizioni pubbliche e nei colloqui informali ha pronunciato frasi che tradiscono la scarsa consapevolezza di quanto accaduto: di una delle allieve, bersaglio suo malgrado di una vera e propria persecuzione, ha detto che “avrebbe dovuto essere la donna della sua vita con cui fare una famiglia e dei figli e di non poter accettare di perderla”. Peccato che lei, ora all’estero dopo aver terminato il ciclo didattico, abbia presentato un esposto contro di lui, specificando che avrebbe pure sporto querela.
La storia risale a circa un anno fa, ma è emersa per la prima volta dal pronunciamento del Tar della Lombardia che ieri ha respinto il ricorso del ragazzo contro la sospensione triennale. Nelle motivazioni, il collegio presieduto da Daniele Dongiovanni ha messo in fila le tappe della vicenda, dando ragione all’università assistita dagli avvocati Marco Giustiniani, Antonello Frasca e Alessandro Paccione. La ricostruzione parte dal 14 novembre 2023, quando la Bocconi, sollecitata dalle denunce in serie, convoca la commissione “Provvedimenti disciplinari”. Lo studente respinge le accuse, mostrandosi infastidito e “restìo ad accettare l’invito”.
Il presidente dell’organismo gli contesta alcuni passaggi di uno dei report, soffermandosi sulle frasi della studentessa che avrebbe a lungo tormentato: la ragazza parla di un episodio avvenuto nell’appartamento di lui, durante il quale le avrebbe impedito di uscire afferrandola per i polsi; aggiunge che il giovane l’avrebbe successivamente tempestata di chiamate e sms (arrivando a minacciare il suicidio), offrendo soldi agli amici per sapere dove fosse. E poi ci sono le due coetanee: una preferirà non essere coinvolta; l’altra negherà la divulgazione del report con le sue dichiarazioni e chiederà aiuto per trovare un altro alloggio, dicendosi “terrorizzata da possibili rappresaglie”.
Lui replica di non aver trattenuto nessuno con la forza e di non aver mai usato violenza, ma la difesa non basta a evitare che la commissione consigli al rettore l’esclusione pluriennale. Il massimo esponente dell’ateneo porta in Consiglio accademico il procedimento, che origina, stando a quanto si legge, da “lamentele pervenute in ordine “a una possibile cattiva condotta per molestie di natura sessuale e morale””. Dal canto suo, l’universitario conferma l’estraneità ai fatti e si dice preoccupato per i danni “alla famiglia e alla carriera”; pure in quella sede, ribadisce che la studentessa “sarà la donna della sua vita” e ammette di aver avuto con lei un litigio per motivi religiosi che comunque non ha compromesso “il loro rapporto affettivo”.
Quelle parole generano stupore e inquietudine in chi le ascolta: un docente parla di “percezione distorta della realtà” da parte dello studente, “avendo addirittura dichiarato di sentirsi ancora amato dalla ragazza che ha presentato l’esposto, il che sembra poco credibile”. Il rappresentante degli studenti stigmatizza l’atteggiamento dell’accusato, “preoccupato non tanto per la gravità dei fatti quanto per le conseguenze che il procedimento disciplinare può avere sulla sua carriera”, e sottolinea “l’importanza di tutelare la comunità dell’ateneo da condotte simili”. Altri consiglieri si dicono “preoccupati per una sua possibile reazione e chiedono quindi che vengano informate le forze dell’ordine a tutela delle ragazze e della comunità”. Conclusione: bandito dalla Bocconi “per grave violazione dei doveri di comportamento”.