
Un negozio etnico a Milano
Milano, 16 agosto 2014 - Milano, 16 AGO - Numerosi ma soprattutto con un tasso di crescita 5 volte quello dei colleghi italiani (10,5% contro il 2%): sono i negozi di alimentari stranieri, oltre 600 a Milano tra quelli al dettaglio, 285, e i minimarket, 326. Il monopolio del mercato dei prodotti del settore provenienti da fuori confine che portano a Milano una ventata di marche, marchi e sapori sconosciuti, se lo giocano i cinesi (17%), gli egiziani (10%) e i bengalesi (31%), zona per zona, ma la novità è lo spuntare di nuove bandiere. E quindi di nuovi prodotti, sapori e culture. Un fenomeno che, se non nei numeri, non ancora, ma è stato notato anche dalla Camera di Commercio di Milano che, fornendo dati e tendenze, è attento a cogliere i prossimi segnali delle nuove nazionalità pronte ad affacciarsi al mercato degli alimentari. Lo fanno, loro come i grandi giganti del settore, soprattutto nelle zone di Niguarda, Centrale, Greco, Turro, Gorla, Precotto, Bicocca, Fiera, Gallaratese e Quarto Oggiaro.
A quattro passi dalla fermata Lodi TIBB della metro, in via Sebino, tra piazzale Cuoco e viale Umbria, in sordina ma con i colori vivi della sua bandiera, rosso giallo e blu, è sorto e sta crescendo uno di questi minimarket "fuori-statistica", tutto e solo di prodotti alimentari dalla Romania. Anche freschi ed unicamente dalla Romania, Transilvania compresa, anzi, di certi prodotti come la salsiccia affumicata e il caciocavallo alla latte di capra, è lei la primaria fornitrice. All'inizio, nel 2005, varcavano la porta solo connazionali - nostalgici in cerca di sapori e chiacchiere romeni - ora, invece, anche tanti milanesi. Si tratta sia di giovani curiosi e in cerca di marche e prodotti assaggiati nell'ultima vacanza "zingara", sia, e soprattutto, di famiglie con la speranza di trovare prezzi più bassi. Josh, che è l'ideatore di questo primo minimarket rumeno a Milano, in quasi 10 anni di attività ha fatto in tempo a vedere la metamorfosi della clientela e degli atteggiamenti dei milanesi. Dietro al bancone, con la moglie Gabriela, ha continuato a garantire diligente una sempre più ampia fornitura di bevande, alcoliche e non, salumi, formaggi e dolcetti, tanto che non c'è immigrato rumeno che si lamenti. Lui, ora 40enne e padre di due bambini - un maschietto di 8 anni e una femmina di 4 - è proprietario dell'attività assieme alla moglie 35enne con cui è arrivato in Italia oltre 15 anni fa, oggi hanno anche un internet point - call center che conta 500 clienti al giorno. Tra i salumi i più venduti sono la costita, afumata e non, la sunculita e la toba, tipica per Natale e Capodanno in Romania, in gelatina, composta da carne e interiora di maiale tagliate a mano. I formaggi occupano molti scaffali del market con le tante varianti del branca e il cascavaluri. E poi bibite e birre, dolciumi e snack avvolti in confezioni colorate. Giallo rosso e blu predominano involontariamente anche in questo reparto come nel sito del negozio dove spuntano numerose offerte, rigorosamente multilingue, creato da chi, come Josh e Gabriela, ha aperto una attività legata alla madrepatria ma con lo sguardo aperto all'Italia e a chiunque voglia "assaggiare" il loro paese.
Così ha fatto anche Iman, il macellaio egiziano di piazzale Cuoco, che ha cavalcato più o meno volontariamente il successo delle vacanze sul Mar Rosso da anni quasi d'obbligo per molti milanesi. La sua presenza è ormai nota agli abitanti del quartiere, abituati a vedere nelle sue vetrine le insegne bilingue, se non solo in arabo, ad indicare carne macellata - "secondo metodo Halal" - frutta di stagione, stagione egiziana si intende, e poi latticini vari, incluso latte fermentato, pane arabo e "slase" arabe di vario genere: Tahina, Hummus, Baba ganush. Una vetrina così, come testimonia lui stesso, ha sempre attirato clienti egiziani, tunisini e marocchini "ma oggi un buon 50% è rappresentato da italiani alla ricerca di prodotti esotici che non troverebbero altrove". Milanesi freschi di abbronzatura arrivano alla porta di Iman e cercano in piazzale Cuoco quel sapore che li riporti al sole e al relax delle ferie appena concluse. Ecco quindi una lista spesa che include pane arabo, tahina e varie salse, "addirittura molti acquistano anche prodotti particolari come la molokhia, una verdura speciale base di molti piatti egiziani". Conquistati i connazionali, i "vicini di casa" maghrebini e i milanesi, Iman non si è accontentato ed è riuscito ad ingolosire anche immigrati provenienti da altri paesi ed altre culture gastronomiche come i cingalesi e i bengalesi, ad esempio, spesso alla ricerca di verdure tipiche come gli Okra, poi tentati dagli altri più arabi sapori.