Migranti, l’ultimatum del giudice "Domanda di asilo entro 3 giorni" Si rischia una valanga di ricorsi

Il Tribunale ha accolto il ricorso di un cittadino egiziano che non era mai stato ricevuto in via Cagni. Bocciato il PrenotaFacile: "È inadeguato". Ma è partito in via sperimentale poco più di un mese fa.

Migranti, l’ultimatum del giudice  "Domanda di asilo entro 3 giorni"  Si rischia una valanga di ricorsi

Migranti, l’ultimatum del giudice "Domanda di asilo entro 3 giorni" Si rischia una valanga di ricorsi

di Mario Consani e Nicola Palma

MILANO

Il sistema di prenotazione è stato lanciato a inizio aprile per evitare che centinaia di migranti si accalcassero ogni weekend in via Cagni per prendere l’appuntamento per la richiesta di protezione internazionale. Un sistema sperimentale, che ha richiesto un’implementazione-lampo da parte della Questura e inevitabili accorgimenti in corso d’opera. Tuttavia, a poco più di un mese dal via, è già arrivata la bocciatura del Tribunale, che ha accolto l’istanza di un cittadino egiziano e bollato come "inadeguato" il PrenotaFacile, aprendo la strada ad altre cause identiche e rendendo forse più vantaggiosa la via giudiziaria rispetto a quella ordinaria. Il 27 febbraio scorso, l’avvocato del migrante ha depositato un ricorso d’urgenza "per ordinare al Ministero dell’Interno-Questura di Milano di provvedere all’immediata registrazione formale della sua domanda di protezione internazionale". In particolare, il legale ha spiegato che nelle notti tra il 29 e il 30 gennaio e tra il 5 e il 6 febbraio i volontari dell’associazione Naga hanno compilato scritture private per dare atto della "presenza di svariate persone" in via Cagni, compreso il suo assistito, allontanate "perché in sovrannumero".

Da qui la richiesta al Tribunale, perché "l’impossibilità di formalizzare la richiesta di protezione internazionale perpetua il protrarsi della condizione di irregolarità del ricorrente". L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Viminale, ha replicato che dal 5 aprile "i cittadini stranieri in possesso di un valido documento di identificazione (passaporto o dichiarazione di esatte generalità rilasciata dal Consolato) e dimoranti a Milano o provincia possono accedere a una piattaforma denominata “PrenotaFacile”, registrandosi direttamente per essere ricevuti". E ancora: "La fissazione di appuntamenti nei termini ordinati da un provvedimento dell’autorità giudiziaria – il rischio paventato – realizzerebbe una violazione dello stesso diritto degli altri stranieri regolarmente prenotati, che si vedrebbero scavalcati da chi ha proposto ricorso". Dal canto suo, il giudice Pietro Caccialanza ha ripercorso le tappe che hanno portato la Questura a rimpiazzare le file di via Cagni con il sistema PrenotaFacile.

Un sistema "inadeguato", ha aggiunto, considerato che la difesa ha prodotto "le videate delle pagine informatiche" da cui risulta che in tre occasioni (il 2 maggio alle 12.31, il 4 alle 12.56 e il 5 alle 8.49) il migrante non è riuscito a fissare un appuntamento, ricevendo come risposte "Al momento non c’è disponibilità di appuntamenti, riprovare più tardi o rivolgersi alla questura di competenza" e "Soglia massima di richieste superata". Diciture che, va ricordato, sono state già sostituite con altre formule, proprio per rendere meno perentorio e più comprensibile il messaggio. Detto questo, il giudice ha disposto che via Fatebenefratelli "proceda alla ricezione della domanda di protezione" entro i termini stabiliti dal decreto 25 del 2008. Tradotto: tre giorni lavorativi, prorogabili a dieci in presenza di un elevato numero di domande. La decisione verrà impugnata.

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