
La stazione M2 di Cadorna
Milano, 14 ottobre 2018 - Le telecamere della stazione Cadorna hanno ripreso tutto. E sarà l’esame delle immagini, insieme al racconto dei testimoni, a chiarire se la tragica fine di una donna di 39 anni sia stata il frutto di un gesto volontario - come pare dai primi rilievi - o di un incidente.
Tutto accade in una manciata di secondi, intorno alle 22 di ieri sera. Sulla banchina ad aspettare la metropolitana verde in direzione della stazione di Porta Garibaldi non c’è la folla dei pendolari, ma i viaggiatori del sabato sera. Il treno della M2 arriva nell’esatto istante in cui la donna, già identificata, ma della quale non è stato diffuso il nome, finisce lungo i binari della galleria, senza che la vigilanza che ha davanti i monitor del sistema di immagini a circuito chiusa possa anche soltanto dare l’allarme e bloccare l’arrivo del treno. Solo una frazione di secondo: impossibile neppure azzardare una frenata per il macchinista che a quel punto non può evitare di travolgerla e ucciderla. I passeggeri del convoglio vengono fatti immediatamente scendere, mentre cominciano le disperate operazioni di soccorso. La donna è morta sul colpo, mentre il suo corpo è rimasto incastrato fra le ruote delle carrozze. Sul posto oltre alla polizia locale, cui spettano le indagini sulla dinamica dei fatti, anche i paramedici e i sanitari del 118 in un immediato quanto vano tentativo di salvataggio. Per raggiungerla fra le rotaie, infatti, serve l’intervento dei vigili del fuoco, che devono lavorare per due ore prima di liberare la donna, ormai priva di vita, in una stazione deserta.
Pur lontano dall’ora di punta, le ripercussioni per il funzionamento della linea verde della metropolitana sono pesanti. Il collegamento fra le stazioni di Porta Genova e Garibaldi è fermo. Uno dei tratti che servono il centro storico più frequentati nelle ore della movida, specie nel fine settimana. Per ridurre i disagi, dopo alcuni minuti, gli altoparlanti disseminati lungo il percorso hanno annunciato lo stop alla circolazione, mentre contemporaneamente l’Atm faceva uscire dai depositi i pullman sostitutivi, destinati a rimpiazzare i treni bloccati in galleria.