Nicola Palma
Cronaca

Account fasullo e pagamenti in nero. Così i nuovi caporali lucrano sui rider

Controlli dalla Centrale a Porta Genova: 18 ciclofattorini (10 di Deliveroo) su 93 con generalità di altri. Agli sfruttatori va dal 20 al 50% del guadagno giornaliero. Indagano i carabinieri

Un rider per le strade di Milano

MIlano – I nuovi caporali viaggiano su due ruote. O meglio, fanno pedalare gli altri e incassano in contanti e in nero, costringendo il ciclofattorino di turno a consegnare quote variabili tra il 20 e il 50% del suo guadagno quotidiano. Nell’era della gig economy e del lavoro a chiamata, c’è chi lucra sull’esercito di rider che a qualsiasi ora attraversa in lungo e in largo le città per trasportare cibo a domicilio.

Il sistema è quello della cessione dell’account per registrarsi sulle piattaforme di food delivery: gli intermediari li aprono, spesso utilizzando documenti falsi, e li cedono a chi materialmente effettuerà le consegne con il nome inventato, passando all’incasso a fine giornata. Che questo meccanismo sia particolarmente diffuso, specie a Milano, lo dimostrano anche i numeri dell’ultimo servizio di controllo straordinario dei carabinieri del Gruppo tutela lavoro, che venerdì sera sono entrati in azione in tutta Italia con 845 militari.

All’ombra della Madonnina, in particolare, i quaranta uomini guidati dal tenente colonnello Loris Baldassarre – che sin dal 2019 sono impegnati con la Procura in un lavoro di mappatura e analisi del fenomeno che ha già consentito a più di 60mila lavoratori di ottenere la vigilanza sanitaria – si sono concentrati sulle aree della metropoli dove di solito i rider si radunano ad aspettare gli ordini: Centrale, corso Lodi, piazza XXV Aprile-corso Como e Porta Genova-Navigli.

Su 93 persone controllate (di cui 92 straniere e una italiana), 18 avevano un account assegnato a qualcun altro. Detto altrimenti: il 19,35% del totale, quasi uno su cinque. Un dato che risalta ancor di più se lo confrontiamo con quelli emersi nel resto del Paese: 92 "fantasmi" su 823, l’11,2%. L’attività, finalizzata proprio ad acquisire informazioni sul campo per avere un quadro il più possibile aggiornato della situazione, verrà ora sviluppata per arrivare all’identificazione dei caporali.

Per quanto riguarda la provenienza dei rider, la maggioranza è di origine pakistana, concentrata soprattutto nell’area della stazione; a seguire nigeriani e bengalesi. Agli accertamenti investigativi hanno partecipato anche gli agenti della polizia locale, che si sono concentrati sulle caratteristiche tecniche delle biciclette utilizzate dai lavoratori: nove sono state sequestrate perché potenzialmente pericolose per l’incolumità di chi era in sella; tutte erano state modificate in maniera artigianale con l’inserimento di una batteria elettrica per aumentare la velocità.