NICOLA PALMA
Cronaca

Ex prof della Statale pubblicò un meme sessista su Kamala Harris. Confermata la sospensione per Marco Bassani: “Messaggio sgradevole”

Nel 2020 l’allora ordinario di Storia delle dottrine politiche mise sulla sua pagina di Facebook una immagine contro la vice di Biden. Nel 2021 fu sospeso per un mese. La sua difesa: “Era uno sberleffo”

L’ex professore della Statale, Marco Bassani

L’ex professore della Statale, Marco Bassani

Milano – “Si è già avuto modo di evidenziare il carattere sgradevole e grossolano del messaggio veicolato dal meme contestato, che non si limita a una (legittima) critica politica aspra rivolta alla vice presidente e al presidente degli Stati Uniti d’America, ma contiene un giudizio gratuitamente offensivo per le “giovani ragazze” sulle modalità da seguire per fare carriera politica, così venendo meno il requisito di continenza”.

Non lascia spazio alle interpretazioni la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto in via definitiva il ricorso dell’ormai ex prof della Statale Marco Bassani, confermando la sanzione di un mese di sospensione dall’insegnamento e dello stipendio (sostituito da un assegno alimentare) inflittagli dall’ateneo tra il primo e il 30 giugno 2021.

L’allora ordinario di Storia delle dottrine politiche finì sotto procedimento disciplinare per aver condiviso l’8 novembre 2020 sul suo profilo Facebook una vignetta con il volto di Kamala Harris, all’epoca appena nominata numero due di Joe Biden, e un testo in inglese, che, tradotto, suonava più o meno così in italiano: “Sarà una fonte di ispirazione per le giovani ragazze, giacché ha dimostrato che se vai a letto con gli uomini giusti e potenti anche tu puoi diventare il secondo violino di un uomo affetto da demenza. Essenzialmente è la storia di Cenerentola”.

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Post sessista contro Kamala Harris: bufera su un prof della Statale

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Un post, pubblicato sulla bacheca senza commenti o like a corredo, che in pochi giorni fece il giro di web, scatenando reazioni indignate e accuse di sessismo. Un’ondata talmente potente da spingere il docente a rimuovere il meme cinque giorni dopo, accompagnando la decisione con un messaggio in cui ammetteva di essere stato “imprudente” e di essersi reso conto del “cattivo gusto” di quelle frasi, dicendosi dispiaciuto per chi fosse “rimasto male”.

HARRIS
Il meme sotto accusa

Scuse social che non gli erano bastate per evitare lo stop di trenta giorni da parte del polo accademico di via Festa del Perdono: Collegio di disciplina e Cda gli hanno contestato la violazione dell’articolo 9 del Codice di comportamento. Bassani, che si è dimesso dall’incarico il 4 marzo 2024, ha impugnato la decisione al Tar per chiederne l’annullamento, ma i giudici di primo grado gli hanno dato torto, sottolineando che il post era “sicuramente offensivo del genere femminile”, in quanto veicolava “la convinzione dell’opportunità di strumentalizzare i rapporti intimi per raggiungere scopi diversi da quelli che li caratterizzano”. Il docente ha portato il contenzioso davanti al Consiglio di Stato, ma le istanze sono state nuovamente bocciate. Dal canto suo, Bassani ha negato l’offensività del post, derubricandolo a “sberleffo contro la seconda carica di governo più importante del mondo” ed escludendo l’accusa di “sessismo” almeno secondo la definizione della Treccani che inquadra “l’atteggiamento di chi sostiene l’inferiorità del sesso femminile nei confronti di quello maschile”.

E ancora: il sanzionato ha accusato i vertici della Statale di essersi arrogati “la pretesa di conformare qualsiasi manifestazione” della sua personalità, senza distinguere i casi in cui “ha operato come docente” da quelli in cui “ha agito come semplice individuo” e così compiendo “un’illegittima interferenza nella vita privata” in violazione dell’articolo 8 della Convenzione Edu. In sostanza, per Bassani, l’ateneo avrebbe limitato la libertà di pensiero. Una linea respinta in toto dal collegio presieduto da Claudio Contessa. Ecco la premessa: “Che il contenuto del meme pubblicato fosse offensivo e andasse ben oltre una mera critica politica, con conseguente superficialità e mancanza di diligenza del docente nel non accorgersene per tempo, emerge dalla sua semplice lettura, essendo innegabile che ad esso sia sotteso un giudizio grossolano e del tutto falso sulle modalità di condotta delle donne che intendono fare carriera politica”. Sulla presunta commistione tra sfera privata e ruolo pubblico, i giudici hanno attribuito la responsabilità proprio a Bassani, che su Facebook si presentava come “docente di Storia delle dottrine politiche” della Statale: “Così inquadrato il problema – la conclusione –, diventa irrilevante che il meme condiviso dal professore non esponesse una critica all’Università di Milano, né attribuisse comportamenti illeciti o disdicevoli a organi della stessa”.

Il motivo? “L’immagine dell’ateneo è lesa non solo dall’attribuzione a questo di fatti non veritieri o di critiche con toni che eccedano la continenza e la normale dialettica, ma anche dal coinvolgimento indiretto dell’ateneo nella condotta di un suo docente, in forza della spendita da parte di quest’ultimo della sua veste e del suo ruolo e della diffusione dei messaggi da lui “condivisi” a un numero potenzialmente illimitato di utenti”.