REDAZIONE MILANO

"Medea e i primi dischi, così unici e preziosi"

Maria Pia Ferraris Castelli, conservatrice dell’archivio Ricordi che ripubblica l’opera della “Divina” Callas.

È il 1958, la Casa Editrice Ricordi per festeggiare i 150 dalla fondazione, avvenuta nel 1808, decide di registrare l’opera "Medea" di Cherubini con il più grande soprano del XX secolo: Maria Callas. Un album straordinario che entra nella storia della musica tanto da convincere Nanni Ricordi ad affiancare alle edizioni una nuova casa discografica. Oggi il vinile che consacrò la "Divina" agli ascoltatori di tutto il mondo è proposto, in edizione limitata, dall’Archivio Ricordi di Milano. (prenotazione obbligatoria sul sito: www.archivioricordi.commedea). Maria Pia Ferraris Castelli, insostituibile conservatrice dell’Archivio Storico Ricordi, ne svela i retroscena.

Perché ripubblicare Medea? "Abbiamo deciso di recuperare i primi dischi Ricordi per la loro unicità, non solo nell’incisione ma nelle stesse copertine d’autore come Munari, Crepax. Medea è stata la prima uscita, un cofanetto con un libro interno, lo proponiamo com’era allora, uno scrigno prezioso".

Come avete creato il nuovo progetto?

"Abbiamo ricostruito la genesi del disco attraverso le corrispondenze di quel periodo. L’Archivio conserva i manoscritti originali di 23 delle 28 opere di Verdi, tutte le opere di Puccini (con la sola eccezione de La Rondine), di Bellini, Rossini e Donizetti fino ai contemporanei come Nono, Donatoni, Sciarrino e Bussotti. Possiede più di 600mila lettere dall’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, sul nostro sito è possibile trovare lettere autografe di compositori. Abbiamo ritrovato quelle scritte durante la registrazione dell’opera di Cherubini, quelle inviate alla Callas, al direttore d’orchestra Tullio Serafin e a Ghiringhelli, sovrintendente alla Scala. La ristampa racconta i retroscena del disco, il contratto del soprano, la sua immensa stima per Serafin, il successo strepitoso di pubblico di cui restò stupito lo stesso Nanni Ricordi, fu l’ inizio di una nuova era Ricordi con la musica classica e i cantautori, fra cui Paoli, Battisti, De André".

E come andò l’incisione?

"Fu realizzata in pochi giorni per la bravura, la grande professionalità del Maestro e degli interpreti, oltre Callas: Renata Scotto, Miriam Perazzini, Mirto Picchi e Giuseppe Modesti". L’Archivio Ricordi oggi è consultabile da tutti perché digitalizzato.

"Un archivio non vive senza che qualcuno lo consulti, è uno scambio fra studiosi, appassionati, curiosi e chi vi lavora. Ci sono oltre 8mila partiture, circa 13mila bozzetti e figurini, più di 9mila libretti, 6mila foto d’epoca, manifesti Art Noveau firmati da alcuni dei maggiori artisti della grafica. Da quando c’è la possibilità di consultare le lettere, riceviamo segnalazioni di lettori che ci seguono da casa. Le corrispondenze di un tempo sono affascinanti. Scopriamo che Verdi si spostava solo in treno, portava con sé anche venti giornali perché a casa non aveva mai tempo di leggere". Grazia Lissi